Maggio, ’o mese d’‘e rrose, ’o mese ’e ll’ammore… scriveva nel 1939 Domenico Titomaglio col noto pseudonimo di Tito Manlio (riprendendo il suo cognome con una “enne” in più ed una “gi” in meno in onore del famoso console Torquato). Poche pennellate per disegnare con parole semplici ed efficaci emozioni intense, esperienze vibranti. Lo farà ancora Tito Manlio con gli indimenticabili testi di Voglio vivere così del 1942 (chi non ricorda la voce morbida e possente di Ferruccio Tagliavini vibrare gioiosamente proprio per quel testo?), quello della meravigliosa Anema e core del 1950, di Nu quarto ’e luna dell’anno appresso e tante altre.
Ma saranno i giorni del quinto mese ad inspirare i poeti o saranno quest’ultimi a dipingere il “mese mariano” (altro capolavoro di Salvatore Di Giacomo poi musicato da Umberto Giordano) in una tonalità variegata tra le cromaticità di “rosa” e “rosso” d’amore e passione? Mistero insondabile (che in napoletano è meglio reso con va capisce!).
Resta il fatto che nei giorni di maggio vengono stimolate le fantasie forse per “ll’aria addirosa” e succede l’imponderabile, l’incredibile “e nenna scuntrosa, scuntrosa nun è!…”. Bisogna scomodare, vista la primavera, la biologia o la chimica degli accoppiamenti per tutto questo? Non di certo; o, almeno, non ci interessa il “perché” scientifico. Sta di fatto che preferiamo, “scientificamente”, parole e musiche: e le frasi delle poesie ci aiutano a sognare ancora della dolcezza e della beatitudine negli abbracci. Ovviamente i versi diranno molto più di quanto qui scritto: forza della poesia!