Sembra quasi di scorgerle, prima l ‘una poi l’ altra, mentre fanno capolino tra i tanti azzurri di quel cielo, con l’ originario spirito di grecita’, che è il cielo di Napoli: Martia prima, Artemisia poi…
Era il 1600, il secolo delle contraddizioni illuminato dai foschi barlumi danzanti dei roghi cui erano destinati in tutta Europa presunte streghe e ricercatori di conoscenza soffocati nelle arbitrarie eresie mentre a Napoli il popolo faceva battere in ritirata l ‘Inquisizione scendendo in piazza e facendo valere la propria fede. Ma quei nomi oggi letti e studiati possono essere ogni nome di donna, ancora oggi, ogni giorno… Con la voce del silenzio, che stordisce nel suo essere assordante, queste due vite al femminile hanno squarciato le nubi del tempo, senza celare la vera forza interiore, ma anzi, dopo essere state costrette a trattenerla negli interminabili istanti dei soprusi e delle prepotenze da parte di maschi straripanti di stereotipi e di fittizi convincimenti di superiorità dettati dalla inesistente voglia di conoscenza, queste due bambine donne e donne bambine sono riuscite a liberare i propri afflati e a farsi ascoltare e amare in modo autentico.
E quelle voci sono arrivate fino a noi, fino al nostro tempo perché voci di nuove Martia e Artemisia… Imponendosi all ‘attenzione pubblica, fino a conoscerne bene identità e storie: Artemisia Gentileschi, prima donna nella storia a denunciare la violenza subita ma anche prima donna a entrare in un’ Accademia di disegno e a superare ogni dramma proprio attraverso la sua arte facendone un vero e proprio manifesto della potenza creatrice delle donne, Martia Basile, sposa bambina divenuta donna a fatica, condannata alla decapitazione dal tribunale della vicaria, tacciata finanche di stregoneria e raccontata di recente attraverso le pagine di chi ha voluto ripescarla dal fondo dell’ oblio. E la loro voce si staglia nel domani di ogni tempo come pure nel nostro oggi: quelle voci vogliamo riprendere nel filone tematico che porteremo avanti nel nostro impegno di comunità che forma e fa rete, che fa crescere e che arricchisce, di comunità che si impegna attraverso una pluralità di soggetti, attraverso tante donne ma attraverso quanti intendono cimentarsi nell ‘educare alle differenze anche grazie allo strumento dei patti educativi che sensibilizzando e partendo dalla scrittura ma anche dalla riscrittura di testi e di storie, coinvolgano ragazzi e ragazze per far leva sui livelli emozionali da far emergere in questo strano e ancora difficile tempo pandemico.
Una strada possibile da seguire per riscrivere le sorti delle relazioni donna /uomo, per e-ducare i ragazzi, volutamente scegliamo solo il genere maschile, al rispetto dell’ altro e dell ‘altra e per passare ai fatti. Intanto cominciamo (o meglio proseguiamo) a maggio.. Con eventi culturali collegati alle Olimpiadi dei Saperi Positivi che riportino all’ attenzione pubblica il bene prezioso dell ‘acqua, sorgente di vita, celebrato dalle donne semidivine, le ninfe di mitologica memoria, ed oggi restituito a nuova sensibile fruizione grazie all’ascensore del Museo dell’ Acqua voluto dalla Onlus Pietrasanta e da chi ha contribuito alla realizzazione fino all ‘eccellenza della produzione serica di San Leucio che dal cuore del borgo ritorna al centro di Napoli attraverso le mani di tante donne, quelle delle donne del tempo della amata Regina Maria Carolina fino a quelle delle imprenditrici di oggi… Attorno alla Pietrasanta una comunità che cresce sulla base dei cerchi interagenti di olimpica simbologia come già narrato alla collettiva partenopea. E insieme ri-educhiamo alle differenze mentre la rete si amplia e getta basi per nuovi scenari!