Martin Eden – La recensione

Martin Eden
Martin Eden

Un giovane marinaio di nome Martin Eden cercherà di scavalcare il suo status sociale per entrare nel mondo della borghesia napoletana. Ma l’istruzione e la cultura riusciranno a garantirgli una vita migliore o l’ingresso in questa nuova vita si rileverà solo una delusione?  

Chi è Martin Eden? Un marinaio, uno scrittore, forse l’eroe dei miserabili. È su questa complessa figura che viene realizzato il romanzo di Jack London ambientato a Oakland all’inizio del 1900. Inoltre, questo è il libro che viene letto dal personaggio di Noodles in ‘C’era una volta in America’, celerissimo film di Sergio Leone.

La scelta del regista

L’opera narrativa di London diviene l’adattamento cinematografico di Pietro Marcello, regista casertano che decide di non girare il film restando completamente fedele al romanzo, ma di cambiare alcuni dettagli, partendo dall’ambientazione. Nell’ottica del regista la storia si sarebbe colorata di sfumature diverse se fosse stata ambientata nella sua città: Napoli.

La scelta di cambiare città potrebbe forse sembrare pretestuosa, azzardata, ma in realtà permette al regista di fare proprio il racconto, decidendo di girare scene in cui Napoli viene scrutata in ogni suo aspetto: scene di vecchi che sorridono, persone che camminano presso vecchi sobborghi napoletani, poveri che cercano di guadagnarsi il pane con un volto nostalgico, ed altri aspetti che inquadrano una miseria che ha il sapore di autenticità.

Il passaggio dell’Oakland a Napoli non sembra essere decisionale e di particolare rilevanza per la struttura del racconto, perché in entrambe le città vi è la presenza del mare, essenza fondamntale sia nel romanzo che nell’adattamento cinematografico. L’immancabile e irrinunciabile mare che segna l’inizio e la fine della vita di Martin.

Il film

Ma soffermiamoci sull’analisi del film che ci presenta un giovanissimo marinaio follemente innamorato di una ragazza molto diversa da lui, una ragazza appartenente all’élite dell’alta borghesia napoletana, mondo inaccessibile per Martin che è un semplice lavoratore di umili origini, un povero uomo che farà di tutto per essere all’altezza dell’amata.

Inizialmente il suo percorso verso il cammino della conoscenza e della cultura sarà motivato dall’amore per Elena, ma dopo un po’ si renderà conto di aver compiuto un viaggio dal quale non è possibile più tornare indietro. Infatti, scrive jack London nel libro:

Aveva fatto un viaggio così lungo nel paese dell’intelligenza che non riusciva più a trovare la strada del ritorno. I suoi compagni di una volta non potevano più comprenderlo e neppure la sua famiglia, né la borghesia.

Parole ambigue, profonde che ci spingono quasi a pensare che Martin abbia vissuto il viaggio dell’orrore che porta all’isolamento intellettuale, emotivo e spirituale. Fondamentale è comprende i motivi intrinsechi della trasformazione di Martin, il successivo rifiuto di questa trasformazione e poi la sua nobile morte. Da uomo ignorante e privo di cultura, si trasformerà in un grande scrittore di fama internazionale.

Questo non prima dei numerosi rifiuti, dell’abbandono da parte delle persone che non avevano mai creduto in lui, compresa la sua ragazza Elena, ma nonostante ciò Martin sente una fame insaziabile che lo spinge ad insistere, ad andare avanti e a ricevere batoste e rifiuti. Sacrifica tutto se stesso pur di soddisfare la sua sete di conoscenza. E più la conoscenza e la cultura aumentano, più il desiderio di Martin di appartenere al mondo dell’ipocrita borghesia, mascherata da una pseudocultura, va scemando fino dissolversi completamente.

Il dramma di Martin Eden

È un racconto che parla di una crescita, di un uomo che parte da zero e si pone l’obiettivo di raggiungere il cento, ma senza rendersene conto raggiunge il mille senza forse desiderarlo davvero. In altri termini, Martin diventa troppo anche per se stesso, riesce ad accumulare più informazioni di quanto un uomo di buona salute mentale dovrebbe per non impazzire. Il suo viaggio verso il paese della conoscenza termina così: arriva in un punto di non ritorno, nulla avrà più senso. Non ha senso Elena nei confronti della quale non riesce a provare nessun tipo di sentimento, il successo inspiegabile avuto improvvisamente, la ricchezza accumulata che gli servirà solo per ripagare dei debiti verso la gente che non lo aveva lasciato morire di fame quando ancora non era nessuno.

Insomma, la cultura, i libri, il desiderio di apparenza ad un mondo che non era fatto per lui gli spaccheranno l’anima in due e non bisogna sorprendersi se l’ultimo suo desiderio sarà quello di suicidarsi in mare. Il suicidio che ha il sapore di una sconfitta dolce amara ma anche di libertà, vuol quasi significare un tornare alle proprie origini. Martin si getta in mare lasciandosi affogare, in quel mare in cui aveva trascorsa la sua unica e autentica vita.

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