‘Napoli, accenni di biografia’

©Virginia Farneti/Lapresse 07-03-2007
©Virginia Farneti/Lapresse 07-03-2007
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Augias e ‘Città segrete’: nessun vittimismo, ma mai titolo fu più sbagliato. Il programma andato in onda ieri su Rai3 ha lasciato perplessi tanti telespettatori: perchè così tanta superficialità?

“Che bello, stasera in tv si parla di Napoli! E lo fa Corrado Augias! Questo non me lo perdo! Vediamo un po’ a che ora inizia… Perfetto, impostiamo il promemoria… Ah, ma c’è Augias che parla al programma di Gramellini. Sta dicendo che di Napoli spesso si parla solo per storie di cronaca nera e che stasera sarà diverso. Ottimo! Poi dice che è stato in città qualche giorno e si è sorpreso di averla trovata più pulita di Roma… C’è da sorprendersi? Va bene, va bene, non facciamo i soliti napoletani vittimisti… in fin dei conti, ci può stare! Ecco che inizia ‘Città segrete’! Napoli vista dall’alto… sempre bella… sì tutto bello, ma che c’entra – con tutto il divino rispetto – Maradona? Davvero ora stiamo parlando di Cutolo e della NCO? No, aspetta un attimo… ma che c’entra?!”.

Che c’entra? Questa è la domanda giusta. Che c’entra il racconto proposto ieri da Augias e da Rai3 con il titolo del programma stesso, ‘Città segrete’? Lasciamo da parte ogni forma di vittimismo, di provincialismo, di meridionalismo e di capanilismo e restiamo nell’ambito dell’oggettività. Il format di Rai 3 si propone di offrire “uno sguardo inedito a città europee, raccontandone una sorta di biografia, cogliendone con eleganza anima, umori e spirito”. Nella puntata di ieri non c’era proprio nulla di ‘inedito’, questo è il problema.

I segreti che sono stati raccontati sono quelli ‘di Pulcinella’, ovvero quelli che tutta Italia conosce di Napoli: e quindi luoghi comuni, stereotipi, e il solito risvolto negativo della medaglia. Lungi da noi negare che questi problemi esistano; lungi da noi dire che non vadano raccontati quando si traccia una biografia della città; ma che senso ha evidenziare questi lati negativi che sono sotto gli occhi di tutti quando l’obiettivo è raccontare la città segreta? Non sarebbe stato meglio concentrarsi sull’immenso patrimonio artistico e culturale della città che a volte neanche i napoletani stessi conoscono?

Sì, perchè il problema non è solo che si sia parlato di Cutolo e della Camorra, ma anche che siano stati scelti temi per nulla ‘segreti’. Solo per fare un esempio: del Cristo velato – con tutto il divino (stavolta nel senso proprio del termine) rispetto – se n’è parlato in tutti i modi e in tutte le salse. È corretto dire che ci aspettavamo di più? Sicuramente… ma, come ha dichiarato Maurizio De Giovanni a Fanpage.it, non si può pretendere di raccontare Napoli in due ore, o qualsiasi altra città. Noi ci aggiungiamo che non si può raccontare una città vivendola un paio di giorni, e che sarebbe meglio che nel caso di Napoli siano dei napoletani a prendersi l’onere e l’onore di tracciarne una biografia inedita, segreta per davvero.

Noi facciamo una proposta a tutti quelli che ieri sono rimasti delusi dal programma di Augias: ogni domenica su il Mattino, due veri e profondi conoscitori di Napoli, Vittorio Del Tufo e Sergio Siano, raccontano nella loro rubrica l’Uovo di Virgilio la vera Napoli segreta, quella che merita di essere messa sotto la luce dei riflettori. I vari ‘episodi’ della rubrica sono stati raccolti in due libri editi da Rogiosi editore: ‘l’Uovo di Virgilio’ e ‘Napoli, pietra e lava’. Ecco, un consiglio per il prossimo coraggioso che vuole lanciarsi nell’ardua sfida di raccontare i segreti di Napoli: date un occhio a queste pubblicazioni.

In conclusione, Rai3 ha commesso un grave errore di superficialità, ecco tutto. Davvero ci interessa poco fare gli offesi, o difendere una città che si difende benissimo da sola e che, non si può negare, ha tantissimi problemi, ma bastava un titolo più aderente ai contenuti. Un esempio: ‘Napoli, accenni di biografia’. Sarebbe stato meglio.

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