Napoli c’è: celebrati sul palco del teatro Acacia i valori della legalità e dell’esempio

Fondamento di un benessere condiviso ed un’autentica libertà, sul palco del Teatro Acacia, lunedì sera, ha fatto da padrone il “Senso di marcia”: orientamento di ciascuno di noi e condizione ideale perché si possa costituire una società realmente libera, giusta e sana nella convivenza civile. Parte con e da questo proposito, la XII edizione del Premio Napoli c’è, manifestazione promossa da l’Espresso napoletano, che anche quest’anno ha portato alla ribalta cittadina magistrati, medici, ricercatori, imprenditori, figure apicali della nostra società che operando con rettitudine, senso di responsabilità e concretezza, hanno contribuito, con gesti più e meno eclatanti, ad elevare il Sud e Napoli, salvaguardando dall’oblio valori quali l’impegno civile, la fattività, la creatività, propri della nostra terra.

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Undici le storie “uniche” insignite del premio quest’anno, che non son sono la norma, ma che attraverso il rispetto di valori “normali”, come il senso del dovere, del rispetto, hanno dato il proprio indispensabile contributo alla città. Come quella di Enzo de Paola (Presidente dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli) i cui piccoli allievi si sono esibiti in apertura della manifestazione con l’esecuzione di due brani musicali, Elpidio Iorio (direttore generale della rassegna “PulciNellaMente”), ed Enrico Zazzaro (coordinatore dell’area riabilitativa e sportiva del centro IFLHAN), che con il loro impegno ogni giorno incidono positivamente sugli strati più deboli della società, raggiungendoli in contesti spesso svantaggiati socio-economicamente.

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Ancora, quelle dei professori Pio Caso (Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’ospedale Monaldi), Carlo Vosa (Cardiochirurgo pediatrico), Anna Rita e Giovanni Migliaccio (Professori e Ricercatori in ambito medico-scientifico), fulgidi esempi di una scienza che, sposata alla filantropia, è al servizio dell’uomo; o quelle di Raffaele Cantone (Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione) e Luigi Carrino (professore e ricercatore in ambito aerospaziale), entrambi attivamente impegnati, anche se su fronti diversi, nella lotta alle mafie.

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Sotto i riflettori del premio Napoli c’è anche le testimonianze di Maurizio de Giovanni (scrittore), la cui meticolosa ricerca storica ed eziologica dei costumi nostrani, sfondo delle vicende narrate nei suoi romanzi, divulga i valori della città di Napoli, affiancandosi ad un impegno concreto dello scrittore nel sostenere numerose iniziative per la valorizzazione del territorio e la difesa della legalità; quella di Amedeo Giurazza (professore di Finanza e imprenditore) che valorizza le nostre giovani risorse ed il territorio attraverso l’implementazione delle tecnologie digitali e il sostegno all’impresa, specialmente nel settore delle Start-up; o ancora quella di M’Barka Ben Taleb (cantante e attrice tunisina), che attraverso la fusione di due culture geograficamente lontane, è riuscita e riesce ad emozionare le platee di tutto il mondo, comunicando, al contempo, la tradizione centenaria della canzone napoletana, che nei suoi lavori è eccellentemente attualizzata e globalizzata, riappropriandosi dell’originaria importanza storico-culturale e forza comunicativa.

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A fronte di un insieme di storie tanto importanti, non poteva mancare una rosa di premianti altrettanto di spessore: così sul palco del Teatro Acacia si sono avvicendati, per conferire l’ambito riconoscimento, i magistrati Nicola Graziano, Bruno d’Urso, e Luigi Mastrominico, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il presidente della Sezione G.I.P. di Napoli Giustino Gatti, Sua Eminenza il cardinale Crescenzio Sepe – che anche quest’anno è stato omaggiato di due preziose opere d’arte con cui sostenere l’annuale asta di beneficenza -, il procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli Luigi Riello, il presidente dell’Università Telematica Pegaso Danilo Iervolino, e il presidente del Tribunale di Napoli Ettore Ferrara. Ai quali si sono aggiunti il pm Catello Maresca (che ha ritirato il premio per conto del magistrato Cantone) il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, il giornalista Leandro del Gaudio e il videomaker Duccio Giordano.

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Ad opera di questi ultimi (rispettivamente sceneggiatore e regista) il docufilm “Senso di marcia” – debutto di Danilo Iervolino nella produzione cinematografica – di cui è stato proiettato un estratto durante la serata, a mostrare non solo l’esistenza delle mafie, ma il fatto che la lotta tra legalità e illegalità si gioca tra uomini normali; l’opera, infatti, è un viaggio alla ricerca di persone vere, di testimoni autentici della lotta alla mafia, un viaggio che si trasforma in costruzione della direzione che questo Paese dovrebbe prendere contro illegalità e malaffare, ed è valsa a Giordano il “Premio speciale” conferito nell’ambito della serata del 28 novembre.

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Tanto l’affetto dimostrato da parte di una platea gremita, anche in questa edizione, di un’ampia schiera di esponenti del mondo delle istituzioni civili, militari ed ecclesiastiche cittadine all’editore Rosario Bianco, che non ha perso l’occasione di ribadire un messaggio importante alla base dl lavoro quotidiano della sua casa editrice: “Ancora una volta – ha affermato, riferendosi alla manifestazione 2016 – vogliamo sottolineare il nostro impegno a dar voce al senso della legalità e ad incoraggiare i più giovani a far propria questa convinzione. Per questo parliamo di senso di marcia: per fornire a noi e ai nostri figli delle ‘indicazioni’ per una sana convivenza civile. L’esempio che viene fuori dal docufilm viene integrato dal libro che sotto forma di romanzo dà dei riferimenti e delle indicazioni sulle emozioni che si possono provare nel vivere secondo il senso giusto di marcia della società”.

 

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