La tradizione dei giochi di Natale a Napoli è di origine antica. La Tombola, tra questi, è quella più diffusa nelle tavole dei napoletani: non essendo legata all’abilità dei giocatori ma solo alla fortuna dell’estrazione dei numeri, è in grado di coinvolgere sia adulti che bambini.
La Tad
Tuttavia, in una fase di emergenza sanitaria in cui la riunione familiare, gli assembramenti, l’intrattenimento dal vivo sembrano ormai ricordi lontani, la creatività di Napoli ha saputo trovare il modo di coniugare il divertimento con proposte solidali e altruistiche.
Ecco come nasce la Tad, la “Tombola a distanza”, come contributo in favore degli artisti di strada che, a causa del lockdown, si sono ritrovati senza lavoro. Si tratta di un progetto promosso dal “Capitano Picone” e la sua compagna “Perzechella” (nomi d’arte), che avevano già lanciato in primavera, durante la prima fase della pandemia, l’iniziativa del “panaro solidale”.
L’obiettivo
L’obiettivo solidale a cui tende la Tad è quello di mantenere la tradizione del gioco di Natale applicandolo ad una realtà attuale diversa: la riunione delle famiglie distanti, infatti, avverrà attraverso videochiamate che garantiranno lo stesso la possibilità di parlarsi e farsi gli auguri in un ambiente in cui l’intrattenimento continuerà a governare sovrano.
Sarà messo a disposizione uno studio televisivo nel quale avverrà la “chiamata dei numeri” animata dai personaggi e ideatori Picone e Perzechella insieme a ospiti, in collegamento online, invitati a partecipare alla tavola virtuale della Tad.
Un’iniziativa solidale
Il ricavato dell’iniziativa sarà destinato agli artisti di strada dell’Associazione “Perzechella e vico Pazzariello” per sostenerli nell’affrontare le conseguenze che sono ancora costretti a subire a causa del blocco del turismo e della sospensione dei laboratori d’arte del centro storico di Napoli.
“La mia tombola, la mia Tad –dice “Capitan Picone”– oltre a fare il verso alla contestatissima Dad che ha costretto in casa i nostri bambini ha un’altra particolarità. Dal mio paniere ho messo via il 90, ‘a Paur. La paura per questa malattia che dobbiamo al più presto lasciaci alle spalle”.