Paisà, l’episodio napoletano del capolavoro di Rossellini

Paisà
Paisà
Joe e Pasquale in una scena del film

Considerata una delle vette del neorealismo italiano, Paisà racconta il conflitto e l’incomunicabilità tra individui

Capolavoro del cinema neorealista italiano, Paisà è un film ad episodi che ripercorre lo sbarco alleato in Italia e la liberazione di quest’ultima dalle forze naziste e fasciste. Risalendo la penisola episodio dopo episodio, dalla Sicilia fino alle foci del Po, Rossellini disegna un’immagine del mondo figlia della Resistenza. Un rapporto universo-individuo totalmente inedito in cui le vicende del quotidiano hanno un peso specifico ben più grande della spettacolarità dell’azione tipica dei film di guerra fino a quel momento. La struttura del cinegiornale, con la voice over a introdurre ogni episodio (Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino emiliano e Porto Tolle), aumenta ancor di più il senso del vero, permettendo allo spettatore di ritrovarsi proiettato all’interno degli eventi con la sensazione di star assistendo alla Storia.

Il film fa della pluralità di lingue un suo punto di forza. Rossellini crea una babele linguistica che rappresenta perfettamente il caos dell’Italia del secondo dopoguerra, costretta a dialogare eppure così salda alle proprie radici culturali. Il dialetto regionale degli italiani, l’inglese degli americani e il tedesco delle forze occupanti si mescolano tra loro sottolineando la difficoltà di comunicazione tra culture diverse e dando ancor più autenticità al racconto.

L’episodio napoletano

La guerra passò rapida attraverso le regioni dell’Italia meridionale, l’8 settembre i cannoni della flotta alleata erano puntati contro Napoli. Infranta la resistenza tedesca a Salerno, gli angloamericani sbarcarono sulla costa amalfitana e un paio di settimane dopo, Napoli era liberata. Il porto di questa città diveniva il più importante centro logistico della guerra in Italia.

– Voice over che introduce l’episodio napoletano

Napoli, Pasquale è uno scugnizzo napoletano che fa la conoscenza di Joe, un soldato afroamericano della polizia militare in stato di ubriachezza. Tra le rovine della città, Joe racconta al ragazzino dell’America e del suo sogno di ritornare in patria acclamato come un eroe. Quando il soldato si addormenta però, Pasquale gli ruba le scarpe. Quando i due per puro caso si rincontreranno, il militare costringe il ragazzo ad accompagnarlo nel luogo in cui abita per farsi restituire ciò che gli apparteneva. Arriva così ad una casa di tufo abbandonata, dove vive una folla di senza tetto. Scoperto che i genitori di Pasquale sono morti durante i bombardamenti e stonato dalla miserie in cui il ragazzo è costretto a vivere, decide di lasciar perdere e si allontana, rinunciando all’idea di riprendere i propri scarponi. 

Nell’episodio napoletano di Paisà il dualismo che viene a crearsi tra Joe e Pasquale è perfetta rappresentazione dell’incomunicabilità di cui abbiamo parlato in precedenza. La guerra, in quanto episodio devastatore, rende impossibile la comunicazione tra individui che, nella tragedia e nel caos, vedono demolite anche le loro stesse identità. Non è solo una questione di lingua, ma di esistenza. Incomunicabilità che viene superata, anche se solo per un momento, nella scena più emblematica dell’episodio. Il soldato ed il bambino sono seduti su un cumulo di rovine, il tempo (e la progressione degli eventi) sembra fermarsi e, tra quelle macerie, ha inizio uno scambio affettivo che supera tutte le barriere. Joe canta un gospel, racconta del suo sogno di essere accolto come eroe al ritorno in patria, Pasquale non sembra non comprendere ma lo ascolta e sorride.

La poetica dell’attesa

In Paisà, come spesso accade nella produzione di Rossellini, la sospensione del dramma in attesa di una tragedia imminente è un elemento che caratterizza tutti gli episodi. In quello napoletano, in particolare, è la miseria che si rivela agli occhi del soldato quando si rende conto della situazione in cui verte Pasquale e tutti gli altri “abitanti” delle grotte di Mergellina. Una rivelazione troppo forte da sostenere, che porta alla fine dell’episodio con Joe che si allontana in camionetta stordito e disilluso dalla realtà.

Tra leggende e aneddoti che sono stati raccontati sulla lavorazione di Paisà, c’è ne uno particolare che riguarda proprio l’episodio ambientato a Napoli. Durante i giorni di riprese infatti, pare che il regista e alcuni suoi collaboratori finirono sulle pagine di cronaca dei giornali locali perché furono coinvolti in una retata della polizia che li arrestò insieme ad alcuni esponenti della malavita locale con cui andavano in giro nell’intento di conoscere quel volto nascosto della città. Alcuni di questi uomini compariranno addirittura come comparse all’interno dell’episodio nella scena del teatro.

Candidato ai Premi Oscar 1950 per la miglior sceneggiatura originale, Paisà è un film che modifica il modo di raccontare il mondo. Rossellini percorre l’Italia, si ferma a Napoli, accende la telecamera e rivela la realtà. 

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