Il luogo delle arti nel “salotto” di Napoli è tornato ad incantare con “Gloss Graphic Novel Exhibition” e “Seducenti immagini”.
La seduzione dell’arte è entrata negli spazi del PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli, in via dei Mille. Il prestigioso e storico Palazzo Carafa di Roccella, a febbraio, è diventato, per opera dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, uno straordinario condominio che dall’atrio, insieme a Rogiosi editore, fino alle sale espositive del I piano, in collaborazione con Spazio NEA, ha lasciato convivere diversi e molteplici linguaggi artistici che si sono sedotti tra loro e hanno sedotto i visitatori.
A dare il benvenuto giù, nell’atrio, Lola Forbest e la sua storia che a due anni dalla pubblicazione di Gloss, il mio giallo glam d’esordio edito da Rogiosi, hanno preso volti e forme nelle prestigiose tavole di Rosa e Carlotta Crepax, le nipotine del celebre Guido che con la sua Valentina ha creato un’indiscutibile e intramontabile icona dell’erotismo e della seduzione. Un graphic novel, che è diventato immediatamente una mostra, con teche illuminate e la riproduzione della scena del crimine con poltrona, tavolino e una cascata di orchidee ideata e realizzata dai designer Morena Inserviente e Gianni Oliviero per Flò Design. Una mostra attorno alla quale si sono ritrovate e sono convogliate tante energie per renderla possibile. Un vernissage che non è stato una semplice inaugurazione ma un evento curato nei dettagli, che ha avvolto la stanza in una nuance fucsia con station bar Absolut, vicina al mondo del graphic novel con la campagna Transform Today e la firma di Rafael Grampà, curata da Barinmovimento e la console Nabilah. Poi per gli altri 18 giorni i visitatori hanno trovato sul tavolino della stanza di Lola Forbest e in una griglia portariviste un magazine con interviste, curiosità e supporter senza i quali nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Auto Uno Srl Peugeot, BCC, Workshot, Nabilah, Grand Hotel Parker’s, Kukai, Flò Design, Birdy’s Bakery, Pausylia, Activart non sono semplicemente sponsor ma sostenitori di un’iniziativa culturale e della comunicazione d’avanguardia. La Forza delle Donne c’è perché Gloss Graphic Novel ha cercato in qualche modo si sostenere la causa portata avanti da Elisa Russo, imprenditrice Auto Uno Srl Peugeot e presidente dell’associazione, nella sua instancabile difesa delle donne vittime di abuso di violenza. Lola Forbest, protagonista del romanzo, lo è. Workhot oltre a sostenere la mostra, ha realizzato il report fotografico dell’evento. Un percorso che subito mostrava al visitatore il suo cuore, la stanza di Lola, in prospettiva rispetto a un’immagine che presentava il primo Gloss, il punto di partenza, l’inizio con un Lorenzo De Caro che ha osato proponendo un’immagine forte che rompe gli schemi. Intorno, alcune strisce, dal tratto manga glam. E dal 10 febbraio al 28 febbraio, ogni notte, prima di addormentarmi, mi piaceva immaginare che la mia Lola, pubblicitaria di successo con un impero sulla 5th Avenue, uscisse dalle tavole e si perdesse tra le Seducenti immagini che, declinandosi nelle diverse forme d’arte, si sono ritrovate in una collettiva di grandi nomi da Aniello Barone a Raffaele Canoro, Peppe Capasso, Camillo Capolongo, Giovanni Di Capua, Marcello Di Donato, Fabio Donato, Salvatore Emblema, Mario Franco, Costabile Guariglia, Giuseppe La Mura.
Seducenti immagini, titolo emblematico, liberamente ispirato all’omonimo libro che, solo pochi giorni dopo l’uscita, era già un cult, un riferimento per gli amanti dell’arte. Nel testo l’autrice Camille Paglia, nota antropologa e saggista statunitense, indaga col consueto sguardo critico e disincantato la figura femminile nell’arte “dall’Egitto a Star Wars”, come si legge nel sottotitolo.
E anche in questo caso il vernissage è stato emozionale. Performers come anime in pena che si aggiravano per le sale della mostra adagiandosi su sagome disegnate come nella scena del crimine, pronte a risvegliarsi per riprendere un cammino di consapevolezza al suono del didgeridoo suonato dall’artista, in un momento come sospeso tra contemporaneo e tribale.
Anima probabilmente persa, dei fantocci alienati nelle opere pittoriche di Giovanni Di Capua, uomini e donne che come marionette eseguono stanchi quel che una mano invisibile comanda loro, rinchiusi in luoghi ombrosi dove i riflessi svelano dubbi e paure. Sentimenti con cui ognuno fa i conti ogni giorno, scomposti e ricomposti in nuova forma nelle tele di Giuseppe La Mura che nella sua ultima produzione artistica ci racconta la memoria ed il silenzio, il suo silenzio che resta forte segno nell’arte contemporanea, oggi così rapida, pittura che è vita e morte ogni giorno, nel frammento del nostro tempo. Un tempo fatto di piaceri effimeri, come sottolinea Raffaele Canoro negli enormi quadri in cui sono ben visibili i pistoni di un noto marchio di motocicli italiano, e di cattiveria e disincanto, come in quelli raffiguranti un neonato servito su un vassoio sotto lo sguardo di una suora sgomenta ma immobile. Alienazione, velocità e fotogrammi nei due film trasmessi ininterrottamente nella sala dedicata a Mario Franco, caposcuola indiscusso della sperimentazione cinematografica. L’uno, sua ultima ricerca, dedicato alla Cina luogo così vicino ormai ma ancora ricco di suggestione ed aura quasi mitologica, l’altro dedicato ad una figura controversa ed a suo modo ormai quasi mitologica, appunto, dell’arte contemporanea Hermann Nitsch. Soffermandosi al linguaggio su pellicola, la mostra ha visto la partecipazione di ben 3 fotografi, da Fabio Donato che ha interpretato la seduzione come provocazione, una spinta a farsi domande, osservare sì ma partecipando: un gesto, questo, verso il suo pubblico che lo accompagna in tutta la sua produzione fotografica, di cui ha proposto un assaggio per questa mostra. Ad Aniello Barone, fotografo raffinato sì ma prima ancora sociologo e studioso osservatore dell’uomo, che nella serie Paesaggio fatta da sconfinati campi lunghi terminanti in innaturali colline di rifiuti, ci lascia un chiaro segno su chi o cosa siamo oggi. Accanto ai paesaggi in bianco e nero di Barone, colorati e folkloristici terrazzi con improvvisati lidi domestici colmi di bagnanti, altalene sbilenche e clochards dormienti ignorati e abbandonati rappresentano un altro punto di vista, quello di Marcello di Donato, altrettanto concreto, disincantato e quasi tragicomico sull’uomo contemporaneo. Il percorso artistico e che si potrebbe definire a questo punto quasi spirituale tra le Seducenti Immagini del Pan, terminava nella sala di Peppe Capasso, l’irriverente dell’Arte contemporanea che nelle sue opere, dalle installazioni alle opere pittoriche, coglie gli umori e la sostanza del caos contemporaneo. I suoi omaggi pittorici al filosofo conterraneo Giordano Bruno hanno condiviso gli spazi con l’amico Camillo Capolongo, artista poliedrico di cui sono in esposizione 4 opere.
Esiste un unico filo dunque, che collega tutti i linguaggi e espressioni contenuti in questa mostra, è quello della ricerca, figlia della curiosità, quella che forse spinse Salvatore Emblema a detessere la sua prima tela di Juta. L’artista esposto in tutto il mondo, a cui è stata dedicata l’ampia prima sala della mostra, noto per la sua tecnica unica che ha conferito alle opere una tridimesionalità che al suo tempo ancora non era neanche immaginata, che dipingeva con i colori accesi e caldi ricavati dalla terra, ha rappresentato un perfetto punto di partenza per quest’intensa indagine fatta di Seducenti Immagini.
Lo storico Palazzo Carafa di Roccella è diventato uno straordinario condominio in cui s’incontrano diversi linguaggi