Il suo nome porta nel suo significato la meraviglia del visitatore di fronte all’imponenza dell’architettura dell’ambiente ed alle sue ragguardevoli dimensioni
Tutti gli appassionati di archeologia vorrebbero fare un salto nel tempo. Addentrarsi negli antichi paesaggi ed architetture per carpire le relazioni che l’uomo, nel passato, ha avuto con i luoghi in cui ha vissuto. Vivere questa esperienza è possibile, a pochi chilometri da Napoli, nel comune di Bacoli, sulla terrazza superiore della collina più alta che chiude ad est il Maremorto, tra le strette ed inerpicate stradine del centro storico, da un antro angusto si accede ad un ritrovamento senza tempo, che lascia senza respiro, un magico sotterraneo: la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna romana di acqua potabile mai conosciuta.
Il suo nome, per l’appunto porta nel suo significato la meraviglia del visitatore di fronte all’imponenza dell’architettura dell’ambiente ed alle sue ragguardevoli dimensioni: 72 m di lunghezza per 25,50 m di larghezza per 15 m di altezza, per un volume di circa 12 m cubi di capacità.
Si narra che il Petrarca dinnanzi all’imponente fascino della struttura la battezzò per l’appunto “Ammirabile”.
La Piscina Mirabilis è considerata, a giusto titolo, un autentico gioiello dell’arte e dell’architettura. Un bacino, profondo oltre un metro, incavato nel pavimento della navata corta centrale e munito di bocca di uscita a un’estremità, serviva da piscina limaria, ossia da vasca di decantazione e di scarico per la pulizia e il periodico svuotamento della cisterna, la cui alimentazione avveniva mediante un condotto d’immissione presso l’ingresso del lato occidentale; una serie di finestre lungo le pareti laterali provvedeva all’illuminazione e all’areazione.
L’acqua veniva sollevata sulla terrazza superiore attraverso i portelli con macchine idrauliche e da qui canalizzata.
L’antica cisterna romana è il punto terminale di una delle più imponenti costruzioni civili risalenti all’epoca di Augusto (63 a.C.-14 d.C.): l’Aquaeductus Fontis Augustei di Serino. L’acquedotto rappresentò la soluzione al pressante problema dell’approvvigionamento idrico di una rete di città dalla provincia di Napoli: Puteoli, Nola, Atella, Neapolis, Cuma, Acerra, Baia, Miseno.
L’opera imponente, il cui percorso si snodava, per circa 100 chilometri, dalla sorgente del Serino fino alla piscina Mirabilis, va inquadrata nell’ambito di un più ampio programma imperiale che teneva conto non solo delle esigenze agricole, artigianali e domestiche di città e paesi alimentati dall’impianto, ma anche e soprattutto delle necessità della Classis Praetoria Misenas, la flotta del Mediterraneo più potente dell’Impero Romano, che aveva la sua principale base proprio nei bacini interno ed esterno di Miseno, il porto che Agrippa aveva fatto appositamente costruire perché fungesse da base navale. Immaginate circa 10.000 tra legionari ed ausiliari, acquartierati nella cittadella di Miseno, nei pressi della quale aveva sede la Schola Militum dove i legionari apprendevano e si esercitavano tanto nelle tattiche della guerra navale quanto in quelle tradizionali della guerra campale.
Per visitare la “cattedrale” tufacea bisogna ricorrere all’ospitalità, tutta partenopea, della custode “ad honorem”, una signora del luogo, a cui sono state affidate le chiavi che aprono la piccola porta che conduce al segreto del sottosuolo.
Una ripida scalinata porta al fondo dell’antro tufaceo. Lo sguardo del visitatore si smarrisce nell’ovattato spazio. Tra i 48 pilastri cruciformi, disposti in 4 file, che sorreggono la volta a botte, lo spazio sembra diventare dinamico, movimentato da suoni, giochi di luci ed ombre, che creano atmosfere sempre nuove.
La meraviglia dell’ingegneria romana è stata scelta dalla Regione Campania, che ha girato il bellissimo spot pubblicitario “CAMPANIA, COSI’ BELLA CHE È VERA”, proprio tra le suggestive colonne della Piscina Mirabilis. Questa è un’interessante testimonianza di come la cisterna navale, con le sue arcate monumentali è un tema sempre attuale al centro dell’arte e di grande fascino per i visitatori.