Pizza e Pulcinella, parte la battaglia per le tradizioni culturali napoletane

La Campania – con il centro storico di Napoli, la reggia di Caserta e soprattutto la grande area archeologica di Pompei – è già la punta di diamante della “World Heritage List”, la “Lista del patrimonio mondiale” dell’UNESCO, l’organismo internazionale per la cultura delle Nazioni Unite. Adesso, però, punta ad entrare anche nella “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale”, con due elementi distintivi e caratteristici della propria tradizione, che sono la pizza e la maschera di Pulcinella.

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La candidatura della pizza è frutto di un percorso che dura già da un paio di anni, ed ha avuto un’importante svolta nel corso dell’Expo di Milano. Nell’ultimo anno, infatti, la petizione #PizzaUnesco ha raccolto circa 800mila firme, incassando l’appoggio istituzionale del Ministero dell’Agricoltura ed il sostegno di quelli di Esteri, Università, Ambiente ed Economia. D’altronde, la pizza è il simbolo di un’intera nazione, e l’arte dei pizzaioli napoletani, con la sua storia centenaria, è conosciuta e apprezzata (nonché imitata) dappertutto. Insomma, un vero marchio dell’Italia nel mondo.

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Il dossier sarà presentato e discusso nel corso del summit di Parigi del 2017, al quale parteciperanno oltre 200 nazioni, e sarà la prima volta che l’Unesco sarà chiamato a decidere su una tradizione connessa ad una produzione alimentare. Più recente è invece il percorso avviato per la maschera di Pulcinella, la cui candidatura è sostenuta da una fitta rete nata “dal basso”, ma alla quale hanno aderito e portano il loro contributo anche studiosi e istituzioni. In prima linea c’è l’artista Lello Esposito, nel cui laboratorio di palazzo Sansevero, nel cuore di Napoli, ha preso ufficialmente avvio la battaglia.

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Attraverso le sue creazioni artistiche, Esposito ha fatto di Pulcinella un’icona contemporanea, restituendo alla maschera della tradizione una nuova e inedita vitalità. Ed è proprio questo uno dei punti fondamentali per riuscire a conquistare l’ambìto riconoscimento. Anche se occorrerà ovviamente trovare una serie di connessioni (antropologiche, culturali, sociali, tradizionali) tra Pulcinella, la città di Napoli e la Campania, affinché la maschera soddisfi tutti i parametri richiesti dall’Unesco per essere inserita nella “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale”.

1e-Pulcinella di Lello Esposito

E a sostegno di una candidatura non “localistica”, ma decisamente “universale”, si è levata anche la voce del filosofo Aldo Masullo: “Nella sensibilità popolare e comune, Pulcinella raccoglie in sé tutte le miserie, le passioni e le illusioni degli uomini”.

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La “Lista del Patrimonio Culturale Immateriale” dell’UNESCO finora comprende 6 tradizioni culturali italiane: il particolare “canto a tenore” sardo; l’“opera dei pupi” della grande tradizione siciliana; la dieta mediterranea; l’arte del violino a Cremona, patria di Stradivari; la rete delle “macchine a spalla per processione” di Viterbo, Nola, Palmi e Sassari; e il vitigno dello Zibibbo, ovvero la “vite ad alberello” di Pantelleria.

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