A trentasette anni dalla torbida vicenda della liberazione di Ciro Cirillo, Carlo Alemi rompe il silenzio. E lo fa in un libro particolare, presentato ieri presso l’Istituto degli Studi Filosofici di Napoli, nello storico palazzo Serra di Cassano, in Via Monte di Dio. Davanti ad un foltissimo pubblico, sono intervenuti insieme all’autore, Massimiliano Marotta, presidente dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici, Gigi Fiore, giornalista de Il Mattino, Franco Roberti, già Procuratore Nazionale antimafia e antiterrorismo, Luigi De Magistris, sindaco del Comune di Napoli, Isaia Sales, docente di Storia delle Mafie all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.<
Fatti di cronaca nera, crimini mafiosi, ipotesi investigative, tentativi di depistaggi da parte di organi dello Stato, sparizioni di documenti, misteri irrisolti, testimonianze scottanti, raggiri politici, Servizi deviati sono gli elementi che si intrecciano ne “Il caso Cirillo. La trattativa Stato-BR-Camorra. Fermate quel giudice” (Tullio Pironti editore) di Carlo Alemi, magistrato incaricato dell’istruttoria del caso Cirillo, che in queste pagine fa luce su una vicenda sin da subito avvolta nel mistero. I familiari, la Democrazia Cristiana, la Camorra, lo Stato: chi fu a muovere le fila della liberazione di Cirillo e in che misura?
“A quarant’anni dal sequestro Moro,” ha esordito Gigi Fiore, “mai momento fu più illuminante e felice per l’uscita di questo libro, perché non riguarda solo la vicenda Cirillo ma contestualizza un periodo, una delle pagine nere della storia dell’Italia repubblicana”. E ancora: “Ho trovato molto toccanti i ricordi personali, il racconto della solitudine in cui si è trovato a lavorare Carlo, alcuni aneddoti di grande rilievo, come l’interrogatorio di Gava”.
A tal proposito, “Fare memoria – ha dichiarato Franco Roberti – non è solo ricordare o analizzare i fatti, ma è anche lottare per non dimenticare. La lotta dell’uomo contro l’oblio è la lotta contro i poteri criminali, la lotta dell’uomo che vuole vivere in modo libero”.