#PrimaLePersone. Napoli in marcia per difendere i diritti dei più deboli

Dopo Milano, anche Napoli si metterà in marcia sabato 4 Maggio alle ore 10.30 da piazza Mancini per difendere e affermare i diritti delle persone con fragilità sanciti dall’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo il quale “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.

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Una marcia colorata, pacifica e festosa che mette insieme singole persone e gruppi organizzati, preceduta il 7 Aprile scorso da un incontro pubblico presso il Multicinema Modernissimo a cui hanno partecipato oltre 500 persone mentre centinaia sono state le adesioni on line, da quelle di personaggi noti del mondo dello spettacolo partenopeo a intellettuali di pregio e professionisti del sociale e della sanità.

«Ho aderito alla marcia di PRIMAlePERSONE – spiega Marianna Giordano – perché nel mio lavoro e nella mia vita quotidiana cerco di costruire relazioni accoglienti, basate sul rispetto reciproco, e credo che solo insieme possiamo lottare contro la violenza, quella consumata tra le mura domestiche e nelle strade».

Marianna Giordano

Accanto ai singoli, molte le organizzazioni no profit che da decenni lavorano al fianco delle persone con fragilità, come il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che – sottolinea Pasquale Calemme – con la sua presenza intende «riaffermare il valore intangibile di ogni uomo e ogni donna, che sia migrante, cittadino italiano, maschio, femmina, con un diverso orientamento sessuale o colpevole di reati, pur sempre una persona che ha bisogno di sostegno e accompagnamento».

Gli fa eco Angelica Viola, presidente della Cooperativa Sociale “L’Orsa Maggiore”, organizzazione tra le più attive nella sensibilizzazione alla marcia, che con il suo ultraventennale impegno nel sociale a Napoli ha sempre inteso «difendere il valore della promozione e protezione di tutte le persone, come recita l’articolo 3 della Costituzione, soprattutto il valore di una società inclusiva».

 

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Una marcia, come si nota dalle più disparate adesioni, che ha il pregio non solo di tenere insieme le diversità, quelle generazionali e “politiche”, ma di saperle anche superare in nome di un bene più prezioso, come ha perfettamente colto il professore emerito Paolo Macry nel suo editoriale apparso il 16 Aprile scorso sul «Corriere del Mezzogiorno»: “Un pubblico molecolare e composito, gente che viene da percorsi individuali e politici poco omogenei e pure ritiene possibile di mettersi assieme, idiosincrasie personali che ironicamente stanno sedute una a fianco all’altra, generazioni diverse che in genere nulla hanno da spartire, «grandi vecchi» che tornando in campo testimoniano il carattere topico della stagione che stiamo vivendo. Sono napoletani, ma potrebbero essere torinesi, milanesi, genovesi, perché non mettono all’ordine del giorno i problemi di Napoli, che pure sarebbero numerosi, né i problemi del Sud, che molto preoccupano. Per una volta, parlano un linguaggio che riguarda il Paese, l’Europa, l’Occidente, superando la piaga dell’autoreferenzialità”.

Ecco il senso ultimo di PRIMAlePERSONE. Una marcia che, nelle sue più nobili intenzioni, travalica la politica e il territorio su cui avrà luogo per mettere al centro l’essere umano. L’uomo.

Donne che aderiscono a #PrimaLePersone
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