“La cultura non isola”, questo lo slogan che accompagnerà il dossier che sarà presentato, a metà gennaio, alla commissione del Mibact per candidare Procida a diventare Capitale italiana della cultura. Uno slogan che si rispecchia nell’iniziativa, in collaborazione con l’università l’Orientale di Napoli, di tradurlo in tutte le lingue del mondo.
Un nuovo punto di riferimento
Il tema della candidatura è stato già tradotto in albanese, bulgaro, ceco, cinese, coreano, ebraico, finlandese, francese, giapponese, hindi, indonesiano, inglese, macedone, nederlandese, polacco, portoghese, romeno, russo, sloveno, somalo, spagnolo, svedese, swahili, tedesco e ungherese. Già solo questo elenco fa comprendere quanto l’iniziativa sia, per antonomasia, di ampio respiro. È infatti aspirazione dell’isola quella di diventare un punto di riferimento internazionale, e per farlo si dota dello strumento umano della lingua, in tutte le sue declinazioni.
Tra la separazione e la rifondazione
Su la Repubblica vengono riportare le parole di Agostino Riitano, direttore della candidatura, che spiega nel dettaglio la ragione del messaggio in più lingue:
“sottolineiamo come l’isola è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, modello delle culture contemporanee. Conserva i significati dell’esistere, eppure è coinvolta dai processi di costruzione/de-costruzione identitaria, dall’abbandono/lontananza, dalla perdita e dalla costruzione di legami: l’isola è rischio di separatezza e confino; l’isola è opportunità di inizio e rifondazione, riscoperta e rigenerazione, antico e nuovo; l’isola è l’altrove per eccellenza, nasconde tesori o è meta di fuga, espediente di ricerca della felicità”.
Non solo uno slogan. Il programma culturale di Procida Capitale comprende 44 progetti e 330 giorni di programmazione. Riunisce ben 240 artisti, con 40 opere originali e 8 spazi culturali rigenerati. Come ci si può aspettare, tanto lavoro ha richiesto il supporto di molte delle realtà culturali della regione. Troviamo infatti, insieme all’Orientale, le università Federico II, Suor Orsola Benincasa, Parthenope e Luigi Vanvitelli. Il sindaco di Procida Dino Ambrosino ha ritrovato, nella candidatura e nel programma culturale “la nostra secolare vocazione all’accoglienza” con cui l’isola “è orgogliosa di rivolgere un messaggio di fratellanza culturale a tutti i popoli del pianeta”.