Ciascuno di noi ripensa al ‘700 come al periodo di tempo caratterizzato da conquiste importanti, avvenute in un periodo percepito come relativamente breve dati i cambiamenti stessi. Il clima di entusiasmo e fiducia nell’uomo portò alla rivendicazione del pensiero come strumento indispensabile per la comprensione della realtà. Gli uomini e le donne si cimentarono con il compito di far luce sulle conoscenze acquisite nei secoli precedenti indagando con il raziocinio tutti i campi del sapere e ponendosi sempre nuove domande.
E ci ricolleghiamo, per il rilevante significato che quel periodo storico – culturale ha avuto per la città di Napoli, all’accorato appello del Maestro Riccardo Muti alla sua Napoli, quell’appello che Ottavio Ragone ha affidato alla sensibilità dei lettori partenopei in virtù di un articolo uscito il 26 settembre 2021 su Repubblica. L’auspicio del Maestro Muti, ma anche il nostro o quello di quanti si adoperano per la rinascita culturale del capoluogo campano, è che ciascuno per quanto di propria competenza possa attivarsi perché la culla di Parthenope ritorni al fervore intellettuale, culturale e musicale che ha distinto la vitalità della ‘capitale della musica’ proprio nel ‘700.
Estri artistici come Alessandro Scarlatti, Nicolò Porpora o Leonardo Leo avevano dato voce allo stile musicale napoletano presso le corti d’ Europa. Nel 1739 Charles de Brosses, scrittore, appassionato di musica, antesignano dell’ antropologia e della linguistica moderne nonché Presidente del Parlamento di Borgogna nel suo libro, Lettres familières écrites d’Italie en 1739 et 1740 , definì Napoli ‘capitale mondiale della musica’:
la pratica musicale era molto diffusa e rappresentava una imprescindibile modalità espressiva per la società del tempo; in ogni casa si eseguiva musica e alto era il livello di socialità di questa forma di linguaggio estetico in grado di coinvolgere e attirare numerosi uomini e donne appassionati. Ciò si ricollega alla creativa produzione artistica di compositori e di virtuosi con il naturale livello di perfezione passato alla storia.
Tornando al nostro oggi, secondo quella linea di continuità ideale col ‘700 che abbiamo già tracciato nei precedenti contributi, citiamo il riferimento al “festival internazionale della musica” che guarda a Napoli come alla capitale mondiale della musica, del ministro della Cultura Franceschini in occasione di incontri sul territorio partenopeo in tempi recentissimi. E come nel ‘700 la musica si poneva come volano per un efficace coinvolgimento sensoriale ed emozionale, data la dimensione sentita e scenografica di spettacolo che si metteva in atto, così oggi, per la rinascita non solo dalla pandemia ma da tempi di generale e ormai intollerabile indifferenza culturale, proponiamo opportunità di apertura culturale e musicale. Il nostro appello va al Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella e ai suoi rappresentanti istituzionali affinché si avvii un processo di apertura, di promozione, di scambi grazie alla proposta, nell’ambito del progetto culturale delle Olimpiadi dei Saperi Positivi già attivo da oltre un anno presso la Pietrasanta e in riferimento all’insula della musica quale intento già condiviso proprio da questi soggetti, di indizione, come ulteriore sua articolazione, di concorsi pianistici o di altri strumenti affinché sane competizioni agevolino la scoperta e la promozione di giovani talenti che possano rinnovare la fervida attività sempre appartenuta alla identità di Parthenope città ma anche vestale della cultura del suo popolo.
A titolo esemplificativo e sulla scia dell’iniziativa del libro ‘Canta Carosone’ presentato da Repubblica al Conservatorio di San Pietro a Majella, il primo concorso pianistico potrebbe essere dedicato proprio a Renato Carosone con aperture a influssi altri come il maestro stesso metteva in atto. Il sostegno della storica e prestigiosa istituzione darebbe indubbio valore aggiunto allo spirito di iniziativa di quanti già si adoperano attorno al menzionato progetto patrocinato anche dall’Ateneo Federico II. Il tessuto culturale delle Olimpiadi che ha già svolto il ruolo di collante tra più soggetti ed enti formativi dando vita alla comunità educante che distingue l’attività scientifica della Pietrasanta potrebbe ulteriormente sancire gli obiettivi dei soggetti culturali della storica via del Sole dando vita al Miglio della Musica. Dai concorsi pianistici alla pianificazione di un Festival Internazionale della Musica a Napoli la via potrebbe essere più breve… Tempi presenti e nell’immediato futuro possono sicuramente avvalersi di proficue collaborazioni tra cittadini e persone di scuola, tra associazioni ed enti locali potenziando il dialogo educativo già in atto con il Liceo musicale della città e aprendo le porte a gemellaggi d’eccellenza con centri europei di grande tradizione musicale quali ad esempio Vienna per reciproci arricchimenti finalizzati ad una crescita stabile e a borse di studio per i giovani partecipanti. Obiettivo è avere ancora tanti giovani talenti in grado di eseguire con maestria musica a prima vista, che suscitino stupore e fiducia nel tempo che sarà, che catturino la curiosità e l ‘interesse, la motivazione recondita e la passione sopita di tanti che possono ispirarsi ed aprirsi a nuovi orizzonti.
Intanto ricordiamo lo stupore del maestro Arcangelo Corelli, invitato ad eseguire uno dei suoi concerti presso la corte vicereale di Napoli, di fronte all’abilità dei musicisti napoletani che diedero voce alle sue spartiture senza aver avuto il tempo di provare!
Intanto ricordiamo lo stupore del maestro Arcangelo Corelli, invitato ad eseguire uno dei suoi concerti presso la corte vicereale di Napoli, di fronte all’abilità dei musicisti napoletani che diedero voce alle sue spartiture senza aver avuto il tempo di provare!