Si è tenuta oggi la presentazione del restauro operato sull’ottocentesco portone posto all’ingresso del Museo Civico Gaetano Filangieri, in via Duomo. L’intervento è stato reso possibile, oltre all’impegno dell’Associazione Salviamo il Museo Filangieri Onlus, grazie al FAI – Fondo Ambiente Italiano e a Intesa Sanpaolo.
I due enti, infatti, hanno sostenuto il progetto con il contributo assegnato al Museo nell’ambito della settima edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dato per dar voce alle segnalazioni per dare un futuro ai beni culturali più amati in Italia, in cui il Museo ha ottenuto ben 5000 voti.
Alla presentazione sono intervenuti Gianpaolo Leonetti, direttore del Filangieri, Maria Rosaria de Devitiis, Presidente FAI in Campania, Laura Giusti, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, e Danilo Di Lorenzo, Direttore Area Napoli Intesa Sanpaolo; i quattro relatori hanno tenuto a sottolineare quanto il lavoro svolto sia stato il frutto di molteplici sinergie, che si sono avvalse anche dell’esperienza tecnica di Maria Rosaria Di Leo di Graphite S.r.l..
Il maestoso portone in legno di castagno alto 5,60 metri, infatti, era ricoperto di molteplici strati di vernice e stucchi che ne alteravano completamente l’aspetto e coprivano il colore originario del legno, e versava in un precario stato di conservazione; sulla facciata e sul retro erano presenti aree sconnesse notevolmente degradate.
L’intervento di restauro ha portato alla completa pulitura della superficie, con rimozione delle diverse sovrapposizioni di strati. Sono tornati alla luce così il monogramma della famiglia Filangieri e le armi di casa Como. Il portone è stato, inoltre, sottoposto ad interventi di riassesto, consolidamento e sostituzione delle porzioni di legno più danneggiate, oltre che ad una completa disinfestazione.
Il lavoro è iniziato dallo studio dell’archivio storico del Museo (con la collaborazione di Nadia Barrella, docente dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, e sotto la supervisione della dottoressa Angela Schiattarella), dove sono stati rinvenuti i disegni originali di Gaetano Filangieri, con le indicazioni della finitura e della cromia superficiale originale.
Il museo nacque alla fine dell’Ottocento proprio grazie alla lungimiranza del Filangieri, principe di Satriano, che scongiurò l’abbattimento del quattrocentesco Palazzo Como (rara testimonianza architettonica del rinascimento toscano a Napoli) a seguito dei lavori del Risanamento che prevedevano l’allargamento di via Duomo.
Filangieri ottenne che l’edificio venisse letteralmente smontato e ricostruito una ventina di metri dietro la posizione originaria: qui il principe vi collocò la sua raccolta di dipinti, armi e porcellane, dotandolo anche di una ricca biblioteca e di un prezioso archivio. Dopo alcuni anni di chiusura è stato da poco riaperto al pubblico al termine di importanti lavori di restauro, che hanno riguardato anche la preziosa sala Sant’Agata.