Ricordando Annibale Ruccello

A trent’anni dalla sua prematura scomparsa, il Teatro Nuovo di Napoli ricorda Annibale Ruccello, drammaturgo stabiese che in una breve ma intensa carriera ha saputo coniugare tradizione teatrale e popolare, mescolando la cultura napoletana e il teatro d’avanguardia, affascinando le platee e lasciando un’impronta marcata della sua arte, con la quale ha influenzato molti artisti odierni.

Giovedì 20 ottobre, dalle 12 alle 24, è in programma una vera e propria maratona intitolata “Ruccello per noi”, che coinvolgerà numerosi artisti. Giulio Baffi, curatore dell’iniziativa, spiega: “Ho chiesto ad attori e registi, a chi ha conosciuto Annibale, di portare in teatro le proprie testimonianze. Chiunque sia stato conquistato e attraversato dal suo talento, chi ha creduto in lui, l’ha incontrato e gli è stato amico, chi ha recitato con lui, lo ha applaudito o ha amato i suoi spettacoli parteciperà a una giornata che desidero sia lieta e abbia il sorriso di Annibale”.

Musica, immagini, frammenti teatrali, aneddoti, ricordi: uno scrigno di emozioni si aprirà davanti agli spettatori. Di particolare rilievo la presenza di Isa Danieli, che portò al successo “Ferdinando”, nell’edizione televisiva firmata da Giuseppe Bertolucci, e che leggerà un testo di Ruccello, “La telefonata”. Saranno presenti anche il regista Enrico Maria Lamanna, Enzo Moscato, Mauro Carbonoli, e moltissimi altri artisti, tra cui Antonella Morea, Gea Martire, Cristina Donadio, Luisa Amatucci, Massimo Andrei, solo per citarne alcuni.

Ad arricchire la giornata filmati tratti dagli archivi Rai, le musiche di scena di Carlo De Nonno, cugino di Annibale Ruccello, e le foto in bianco e nero scattate da Peppe Del Rossi durante gli spettacoli “Le cinque rose di Jennifer” e “Notturno di donna con ospiti”. Il teatro di Annibale Ruccello è oggi incredibilmente attuale, come dimostrano le rappresentazioni dei suoi testi, sempre molto frequenti, e i tanti approfondimenti critici e teorici della sua opera pubblicati, a dimostrazione dell’influsso che il drammaturgo ha esercitato e ancora esercita sul teatro partenopeo.

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