Riqualificare Coroglio, un’utopia possibile

Palazzi con all’interno ville panoramiche su due livelli, beauty farm e ristoranti che affacciano sul bellissimo golfo di Nisida: fa sognare il nuovo progetto realizzato da Nicola Pagliaro, “Coropolis”, ideato per la riqualificazione dell’area bagnolese.

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Architetto di grande livello, considerato un pioniere per le sue idee, Nicola Pagliaro ha definito egli stesso il progetto per il rilancio di Bagnoli “un’utopia possibile”. In un’area che oggi è sinonimo di degrado, può sorgere un villaggio moderno e panoramico, fiore all’occhiello della città.

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Anni di accumulo di scorie tossiche, derivanti dagli scarichi industriali di quello che si era deciso diventasse un polo siderurgico, dopo le dismissioni degli impianti, hanno impedito la realizzazione di un parco e di zone turistico-residenziali in attesa del risanamento dell’area e del ripristino della linea di costa.

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Per questo, Pagliaro si è dedicato anima e corpo a Coropolis, realizzando 40 tavole illustrative che mostrano un’ipotesi di rigenerazione urbana. Le tavole saranno esposte al PAN fino al 6 gennaio, per realizzarli Pagliara si è ispirato ad artisti ed architetti influenti come Wright, Le Courbusier e Loos.

COROPOLIS PRELIMINARI TORRI GEMELLE

Dalle tavole, si evince la grandezza del progetto e il suo lato avveneristico: un ponte realizzato con materiale ultratecnologici collega Bagnoli a Posillipo, oltre a ristoranti e appartamenti è prevista la realizzazione di un asilo nido e ampi spazi comuni che fungono da luoghi di aggregazione e aumentano la vivibilità della zona.

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E inoltre, edifici destinati ad alberghi, con camere dotate di terrazze e grandi superfici vetrate, suite, salotti, e ancora un doppio piano impianti, una ludoteca e diverse tipologie di ristoranti, una piscina ed una beauty farm. I primi quattro piani a terra degli edifici destinati ad alberghi contengono sale convegno, shopping centre, caffetteria per la prima colazione e saloni per ricevimenti. Lo spazio occupato dagli edifici e dalle loro piastre equivale a meno di un quarto delle aree libere: gli spazi verdi e i luoghi di sosta sono dunque tantissimi e tutti molto ampi.

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Al momento il progetto risulta comunque irrealizzabili per alcuni vincoli ecologici e paesaggistici, tuttavia lo stesso Pagliara ha affermato “dato che l’architettura ha il compito specifico di pensare al benessere dei suoi abitanti, forse varrebbe la pena sperare che un giorno gli impedimenti burocratici
possano essere superati, restituendo all’area individuata una destinazione d’uso in sintonia con le bellezze paesaggistiche che le sono connaturate”

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