Per chi entra per la prima volta nella chiesa di San Giovanni a Carbonara, a Napoli, in via Carbonara, il colpo d’occhio è incredibile, inaspettato, da togliere il fiato. Vi si accede da un ingresso laterale, un portale quattrocentesco non visibile dalla strada, dove troneggia lo scalone monumentale del Sanfelice, originalissimo nella sua struttura a tenaglia, e che sembra nascondere alla vista del passante ignaro i tesori che stanno più in alto.
Si sale dunque, si attraversa un cancello, poi un cortile, ed ecco il portale; ancora pochi passi e davanti agli occhi del visitatore si staglia il monumento funebre di re Ladislao di Durazzo, sovrano della famiglia angioina, voluto per lui dopo la morte, avvenuta nel 1414, dalla sorella Giovanna II, che gli successe sul trono.
Il mausoleo è alto più di quattordici metri, imponente nella successione di ordini sovrapposti, dal più basso, con le gigantesche statue delle quattro Virtù cardinali, all’ultimo, che lo conclude maestosamente con la statua di Ladislao a cavallo con la spada sguainata. A un monumento così elaborato lavorarono sicuramente più mani, tra le quali l’unica certa è quella di Leonardo da Besozzo, che vi ha apposto la firma, autore delle parti affrescate; per il resto, furono sicuramente all’opera maestri toscani e lombardi.
Ma il monumento a re Ladislao non è l’unico dei tesori di questa chiesa: basta infatti attraversare un cancello dietro il mausoleo per trovarsi davanti ad un altro spettacolo unico, anche questo inaspettato e invisibile da fuori, come se strutture architettoniche particolari volessero nascondere i tesori più preziosi di questo luogo. Si tratta della cappella Caracciolo del Sole, quattrocentesca, completamente affrescata; la forma è circolare, e dovunque ci si giri è possibile ammirare gli splendidi colori degli affreschi, opere di Leonardo da Besozzo, Perrinetto da Benevento, Antonio da Fabriano.
Un autentico gioiello della cappella, fatta costruire da Sergianni Caracciolo, alto dignitario di corte e amante della regina Giovanna, è il pavimento, databile alla prima metà del XV secolo, maiolicato, formato da mattonelle quadrate ed esagonali con motivi vegetali e zoomorfi, stemmi, profili maschili e femminili.
Da questa cappella prende il nome l’associazione culturale Caracciolo del Sole, costituita qualche anno fa da persone del quartiere con lo scopo di far conoscere il territorio e valorizzarlo, aiutando in qualche modo la rinascita di una zona ricca di storia ma oggi purtroppo degradata. L’associazione organizza visite guidate in diverse chiese cittadine, ma soprattutto propone passeggiate nel cuore del quartiere, tra la chiesa di San Giovanni a Carbonara, la rinascimentale Santa Caterina a Formiello e la barocca Santi Apostoli. E a partecipare alle visite non sono solo turisti, ma spesso gli stessi abitanti della strada, che vogliono imparare a conoscere la storia dei tesori che hanno davanti agli occhi quotidianamente.