Si può provare a raccontare il mare in sedici scatti? Alla galleria di Salvatore Serio direbbero di sì.
Fino al 3 maggio ha avuto luogo la mostra Scatti di Mare, di Lello Ravone, fotografo napoletano. L’idea è di Bianca, sua compagna di vita.
L’esposizione nasce come una retrospettiva a tema, non per omaggiare, ma per comunicare la memoria dell’artista venuto a mancare qualche mese fa, presentando la sua fotografia al pubblico.
Di questa rivelazione è convinto anche Giovanbattista Alfano, curatore della mostra, che ha frugato tra le migliaia di scatti nascosti, ritrovati, a volte scansiti da vecchie diapositive, frutto dei trent’anni di fotografia di Ravone.
Il tema della mostra cerca il rapporto intimo con il mare – specificamente il Mediterraneo – visto, curiosato e indagato a diverse latitudini: dagli scogli ischitani alle foci del Nilo.
La piccola esposizione, oltre a fregiarsi di un taglio godibilissimo, rivela chiaramente il background artistico, specialmente pittorico, del fotografo. Il suo modo di inquadrare dichiara una ricerca formale dell’oggettività geometrica, nascosta dietro l’apparente semplicità di uno scatto.
Un’armatura conoscitiva solida ma traspirante, che fa di Ravone tutt’altro che un dilettante, benché mai esposto in mostra finora.
Anzi, un conoscitore profondo, la cui collezione di letteratura fotografica è ora custodita presso la biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il mare attraverso la sua lente è declinato in maniera polimorfa: da paesaggio costiero fedelmente descritto, a sentimento stesso del mare; dalla grezza sincerità delle case di pescatori procidani, alla materialità tattile e squillante delle masse di reti e dei pesci lucidi, appena pescati.
La prova? Se in una giornata uggiosa, in una galleria del pieno centro cittadino, i visitatori hanno tutti la sensazione di sentire l’odore del mare, allora la seduzione è innegabile e l’inganno è riuscito.