Era il 23 novembre del 1980, quando alle 19:34 la terrà tremò per 90 secondi esatti. Rendersi conto che sono passati 40 anni porta a due reazioni ben distinte: si prende consapevolezza di quanto sono distanti questi anni nel tempo ma c’è anche chi risente quei 90 secondi come fossero appena trascorsi. Il terremoto dell’80, come tutti gli accadimenti sconvolgenti, ci porta a ricordare esattamente cosa stavamo facendo in quei momenti in cui la tragedia si compiva.
Ma dove la memoria del singolo non può arrivare, ecco che arriva la testimonianza forte e tangibile del reportage fotografico. SISMA80 ci ha aperto le sue porte, illuminando le mura su cui sono esposte oltre 100 immagini di quei giorni e che raccolgono la testimonianza di oltre 20 fotografi.
La mostra
Trova sede nel Convento di San Domenico Maggiore, nel Grande Refettorio eretto nella seconda metà del XVII secolo e con una parete dipinta nel 1675 da Arcangelo Guglielmelli, raffigurante l’Ultima Cena con l’aggiunta, alla fine dell’800, della scena dell’Andata al Calvario. Sull’ingresso un altro dipinto, ad opera di Antonio Rossi d’Aversa nel 1727, raffigurante San Tommaso. In quest’imponente luogo la mostra prende forma, con le pareti laterali che presentano le fotografie di: Archivio Luciano D’Alessandro Studio bibliografico Marini, Roma – Massimo Cacciapuoti – Toty Ruggieri – Annalisa Piromallo – Gianni Fiorito – Fotosud (Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone, Mario Siano, Guglielmo Esposito) – Associazione Archivio Carbone – Pressphoto (Gaetano Castanò, Franco Castanò, Franco Esse) – Mario Riccio – Giuseppe Avallone – Guido Giannini – Pino Guerra.
Le fotografie vanno ben oltre gli scenari devastanti, che già da soli basterebbero a far comprendere la portata di quel terremoto, mostrando i volti di chi ha perso la casa e i propri cari, le proteste a piazza Plebiscito, i container in cui venivano stipati gli sfollati. Una testimonianza viva e reale di quanto quell’evento abbia modificato e condizionato il tessuto sociale dell’epoca fino ai giorni nostri.
Il racconto dei protagonisti
La mostra continua nella sala del Piccolo Refettorio, in cui è possibile visionare la videoinstallazione “Il racconto dei protagonisti” ad opera di Gix Musella e Elio di Pace, che mostra il processo di selezione delle fotografie corredato da testimonianze dirette dell’evento e delle sue conseguenze. Ascolterete la voce dei reporter che si sono mobilitati per immortalare su pellicola le fotografie esposte nella sala adiacente, facendo rivivere gli attimi dello scatto: i soccorsi che tardavano ad arrivare, le persone costrette a scavare per poter salvare o ritrovare i propri cari sepolti dalle macerie, il silenzio irreale.
Il Cratere Mappe Infografiche
A completare la mostra vi attenderà l’installazione dal titolo “Il Cratere Mappe Infografiche”, una raccolta di documenti, informazioni e dati sul terremoto (ad opera del collettivo Needle agopuntura urbana) che rendono l’evento ancor più tangibile, permettendo di chiarirne la reale portata. Questi dati sono posati su una selezione di pagine de il Mattino dell’epoca, per esaltare quegli ideali di libera informazione e di libertà di stampa che hanno permesso di raccontare quel novembre (e oltre) nel dettaglio.
Convergenze e sinergie
La mostra è stata ideata da Luciano Ferrara, direttore artistico e fotografo e dal suo indirizzo artistico tribunali138, un archivio fotografico e una fucina di idee e progetti. “Siamo felici di poter finalmente inaugurare questo importante e intenso progetto che ci ha visti impegnati per mesi in un grande lavoro corale – dichiaralo stesso Ferrara. – Celebrare uno storico momento del nostro passato in un periodo come quello presente così difficile e tragico a causa della pandemia, rende questo progetto ancora più sentito e con la voglia e necessità di essere mostrato e condiviso. Lo dedichiamo alla nostra città e regione, per ricordare il terremoto che ha colpito noi e l’Italia intera, e che a quarant’anni di distanza continua a mostrare le proprie ferite”.
Un grande lavoro corale perché nato da una moltitudine di contributi: dal catalogo della mostra, a cura della lod edizioni, alla produzione della stessa da parte di noos aps fino alla promozione ad opera dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, e ancora tutte quelle energie messe in atto per la definizione del concept, la comunicazione, la creazione dei progetti multimediali, tutti riuniti per dare risalto a quel grande mezzo comunicativo quale il reportage fotografico.
Un’occasione di riflessione collettiva
“Abbiamo ritenuto di non potere ma soprattutto di non volere ridurre alle sole celebrazioni istituzionali questo quarantennale, – afferma Eleonora de Majo, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – utilizzando la ricorrenza come occasione di riflessione collettiva, pubblica, su come si è trasformata la nostra città a partire dal sisma e su quali di queste trasformazioni ne hanno inesorabilmente condizionato il tessuto sociale, antropologico, economico e modificato ineluttabilmente il paesaggio urbano. (…) Si è trattato non solo di un evento, di una catastrofe evenemenziale traumatica e sconvolgente che ha stravolto il nostro territorio, ma di un processo. Il 23 novembre del 1980 ha avuto inizio una stagione politica, criminale, finanziaria, sociale forse mai conclusa. Questo e tanto altro racconta SISMA 90. Un viaggio pericoloso e vero nella memoria del nostro stato di emergenza perenne.”
Come partecipare
La mostra sarà aperta fino al 31 marzo 2021, dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle 18:30 (ultimo ingresso ore 18:00). Per consentire una visita in totale sicurezza, al fine di garantire l’osservazione delle misure di contenimento del contagio da Covid-19, è necessario prenotare scrivendo a noos.tribunali138@gmail.com.
Troverete la mostra in Vico San Domenico Maggiore 18, Napoli, a pochi passi dalla Cappella San Severo. Vi ricordiamo che sul luogo sarà possibile acquistare il catalogo ufficiale che ne raccoglie fotografie e testimonianze, che sarà comunque acquistabile anche in libreria e online su lucianoferrara.com e ioedizioni.it