‘Sotto chi tene core’: l’inno al coraggio e al riscatto sociale della band partenopea ‘La Maschera’ raccontato dal frontman Roberto Colella
‘Sotto chi tene core’, il concept album de ‘La Maschera’ prodotto da Full Heads e uscito lo scorso 13 maggio, ha letteralmente tenuto banco per tutta la stagione estiva e ancora promette molto bene tra vendite e concerti in giro per la Campania e fuori dai confini regionali.
Nove tracce che parlano soprattutto di riscatto sociale ma anche di amore, che accendono un faro sugli obliati dalla storia e su tematiche con cui da sempre gli uomini si misurano, arrangiate in modo sapiente e tale da dare ancora più forza alle storie stesse che l’album intende narrare.
Abbiamo intervistato il frontman, Roberto Colella, cantante, chitarrista e autore dei testi.
Sotto chi tene core è una chiamata alle armi (buone) incredibilmente scritto prima della pandemia.
Sì, una buona parte è stato scritto nel periodo pre pandemico. Ho sempre creduto nel potere anticipatorio delle canzoni e rileggendole dopo quello che è successo nel mondo sicuramente mi ha fatto effetto, anche se sono convinto che di alcuni temi come la prigionia e la libertà bisogna sempre parlarne.
La vostra musica è sempre attenta al sociale, una specie di mission per dare voce chi non ne ha. Testi come ‘Conosci Thomas’, ‘Mirella è Felice’ oppure ‘Dorme cu’ mmé’, solo per citarne alcuni, raccontano storie e temi importanti da molti punti di vista. Come sono nati?
Ci sono storie gigantesche che i ragazzi non conoscono, ma non per colpa loro, soprattutto perché non vengono raccontate. I miei testi nascono da vicende che mi colpiscono sia sul piano dell’immediato sia su quello più profondo, di ciò che si cela sotto quella particolare situazione di vita. ‘Core ‘e lignamm’, ad esempio, racconta di uomo ai margini della società di nome Pasquale, ma può essere considerata una storia per così dire universale.
Le sonorità: c’è la world music, il folk-rock, il cantautorato. Come avete congegnato tutte queste anime e se ce n’è qualcuna che prevale sulle altre.
Confesso di non essere un amante dei generi, dunque, non andrei a fare una classificazione. Noi siamo tutti polistrumentisti quindi ci misuriamo da sempre con più generi e più influenze musicali, anche se è evidente che siamo partiti dal cantautorato e dalla forma canzone. In questo album abbiamo inserito dei suoni anche per dare credibilità a quanto raccontiamo come nel brano di apertura del disco, Sotto chi tene core, dove si sente vibrare un cuatro venezuelano, strumento utilizzato in tutte le canzoni di protesta dell’America Latina.
Nell’album c’è una guest star, Vitorino, leggenda della musica popolare portoghese di cui hai tradotto il brano ‘Se tu és o meu amor’. Ci racconti come lo hai conosciuto?
È nato tutto con una mail. Conoscevo le sue canzoni e lo ritengo essere un gigante della musica portoghese, quindi, ho avuto l’ardore di contattare il suo managment chiedendogli la disponibilità ad una collaborazione e subito mi ha risposto di sì. Sono stato a maggio da lui in Portogallo e poi Vitorino è venuto a Napoli ed abbiamo registrato delle cose. È nata una bella amicizia e una grande stima professionale.
Dall’uscita del disco ad oggi è stato un susseguirsi di live molto partecipati, non solo da punto di vista numerico. Che feedback state raccogliendo in questi mesi?
Stanno accedendo cose bellissime partendo dai numerosi messaggi di ragazzi che ignoravano la storia di Thomas Sankara, il presidente del Bukina Faso assassinato nel 1987, e mi ringraziano per esserne venuti a conoscenza grazie alla nostra canzone, alle donazioni che spontaneamente sta facendo il nostro pubblico ad ogni fine concerto in favore del Gridas, la realtà associativa di Scampia raccontata nel brano ‘Mirella è Felice’, e alla ONG di Castel Volturno ‘Operatori sanitari nel mondo’ che si occupa di portare assistenza sanitaria nei paesi di guerra e che noi sosteniamo con molta convinzione.
Sotto chi tene ‘o core è un inno al coraggio. Di questi tempi qual è, secondo te, un autentico atto di coraggio?
È molto difficile rispondere a questa domanda, ma mi viene da dire che oggi un grande atto di coraggio è volersi bene.

La Maschera sono:
Roberto Colella – voce, chitarra, tastiere
Vincenzo Capasso – tromba
Antonio Gomez – basso
Marco Salvatore -batteria
Alessandro Morlando -chitarra solista
Produzione artistica: Massimo De Vita
Arrangiamenti e orchestrazioni: Massimo De Vita e La Maschera
Registrato e mixato da: Paolo Alberta presso “Le Nuvole studio” di Cardito (NA)
Masterizzato da: Giovanni Nebbia
Progetto grafico di: Giuseppe Boccia
Link al brano ‘Mirella è Felice’ qui.