Le Statue del Palazzo Reale di Napoli rievocano, a chi già la conosce, una simpatica storiella ad esse collegate.
Queste mastodontiche creazioni, poste sulla facciata, sono tra le più note tra le statue presenti a Palazzo. Volute per celebrare le dinastie reali che hanno regnato sulla città, le Statue del Palazzo Reale di Napoli sono solo alcune delle preziose creazioni di pregio che il Palazzo conserva. Ma chi le ha commissionate? Chi rappresentano nello specifico? E qual è questa storiella che aleggia sulla facciata fin dall’Ottocento?
La storia delle Statue del Palazzo Reale di Napoli
Voluto dal viceré Fernando Ruiz del Castro, conte di Lemos, il Palazzo Reale di Napoli fu progettato da Domenico Fontana nel 1600. La facciata sarà completata nel 1616 e il palazzo assumerà il suo aspetto attuale nel 1858. Quanto alle statue, protagoniste di questo articolo, furono volute da re Umberto I. Era il 1888 e il suo intento era chiaro: celebrare il glorioso passato delle varie dinastie che hanno regnato sulla città, allocando alla facciata 8 statue per 8, importanti capostipiti delle su dette dinastie.
Tanti e importanti autori si sono affaccendati per la creazione delle statue del Palazzo Reale di Napoli. Guardando da sinistra a destra, queste rappresentano:
- Ruggierio II il Normanno, ad opera di Emilio Franceschini;
- Federico II di Svevia, eseguita da Emanuele Caggiano;
- Carlo I d’Angiò, creata da Tommaso Solari;
- Alfonso V d’Aragona, eseguita da Achille d’Orsi;
- Carlo V d’Asburgo ad opera di Vincenzo Gemito;
- Carlo III, dalla mano di Raffaele Belliazzi;
- Gioacchino Murat, scolpito da Giovanni Battista Amendola;
- Infine troviamo Vittorio Emanuele II creata da Francesco Jerace.
Le 8 statue rappresentano anche dei memoriali importanti per la storia della città. Grazie ad esse si possono ripercorrere momenti importanti come la fondazione dell’Università di Napoli che porta il nome di Federico II, la fondazione del regno di Napoli ad opera di Carlo I d’Angiò e l’unificazione della Sicilia e di Napoli con Alfonso V d’Aragona. Le statue sono allocate in nicchioni realizzati un secolo prima dall’architetto Luigi Vanvitelli.
Curiosità sulle statue del Palazzo Reale di Napoli
Il popolo napoletano, da sempre ricco di inventiva, ideò una divertente storiella raccontata e tramandata da molti anni. Forse proprio dalla fine dell’800, quando le statue del Palazzo Reale di Napoli iniziarono a dar sfoggiò di sé. Questa, però, non ha per protagonisti tutti gli 8 regnanti, ma solo i primi 4.
La prima statua, raffigurante Carlo V d’Asburgo, indicherebbe (secondo la storiella) una pozza “d’acqua”. Nasce così una vera e propria conversazione tra le statue che inizia con la domanda di Carlo V d’Asburgo “chi ha fatto pipì proprio qui?”. A rispondergli c’è Carlo III di Borbone che, con fare fiero, esclama “io non ne so niente!”. Ecco quindi Gioacchino Murat che, indicando se stesso, esclama “sono stato io, e allora?”. Emanuele II quindi alza la sua spada, sentenziano “ora te lo taglio!”.
Una storiella, quella sulle statue del Palazzo reale di Napoli, certamente goliardica, che però non manca di far nascere per lo meno un sorriso. Soprattutto nei bambini in visita a Palazzo per la prima volta. E potreste anche ritrovarvi a raccontarla, magari in compagnia di amici che, in visita a Napoli, non l’hanno ancora mai sentita.
Le altre sculture
Una menzione d’obbligo la meritano certamente le altre statue contenute all’interno e all’esterno del Palazzo Reale. Potrete notare, alle pareti laterali dello scalone d’onore, quattro statue risalenti al XIX secolo. Queste rappresentano le 4 virtù regie quali la Fortezza (di Antonio Calì), la Giustizia (di Gennaro Calì), la Clemenza (di Tito Angelini) e la Prudenza (di Tommaso Solari).
Il Palazzo Reale ospita anche un’opera di Giuseppe Canart, denominata la Fortuna, ed è possibile vederla nella fontana del Cortile d’Onore.