La sensazione è quella di vivere contemporaneamente infinite vite. Di toccarle, facendo scorrere il dito su fogli e fogli di carta, ammassati senza un apparente ordine oppure rilegati in appositi volumi. Di sentirsi piccoli, rispetto a tutto il mondo che c’è stato e che ci sarà, ma non soli: perché soli non si è mai finché sopravvivono le storie e chi le racconta. Il Cartastorie, Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, lo fa: in maniera silenziosa quanto emozionante.
Entrarvi, da Via dei Tribunali n. 214, vuol dire percorrere un labirinto di scaffalature contenenti diciassette milioni di nomi, centinaia di migliaia di pagamenti e dettagliate causali che restituiscono un affresco vivo di Napoli e di tutto il Mezzogiorno, dal 1573 ai giorni nostri. Sì, perché nelle scritture degli antichi banchi pubblici napoletani, a guardarli con attenzione, c’è molto di più che un’arida compilazione di carattere economico. Le fedi di credito, i giornali copiapolizze, i grandi “libri maggiori” e gli elenchi dei clienti dei banchi, offrono frammenti di storie vere, magari in qualche modo legate proprio ai nostri antenati, da ricostruire con la scrupolosità di un detective ma anche con l’immaginazione di un poeta.
A permettere di districarsi nel groviglio di nomi, diciture e cifre ci sono quelle che oggi si chiamerebbero “causali di pagamento”, che avevano il compito di specificare dettagliatamente il motivo dell’avvenuto pagamento: in questo modo, sono venuti alla luce insoliti aspetti dell’economia quotidiana e notizie inedite riguardanti la vita di “clienti” più o meno noti e più o meno facoltosi. Che si tratti di un re, di un lazzaro, di un illustre artista, di un medico o persino del misterioso Principe di San Severo: le loro storie personali sono tutte lì, a volte intrecciate le une con le altre, annotate puntualmente dalle antiche calligrafie degli impiegati addetti alla rendicontazione. Il Cartastorie, utilizzando ogni canale di divulgazione disponibile, dalla multimedialità alla scrittura creativa, ne restituisce alla città e al mondo intero le voci, le narrazioni e le vicende, moltiplicando all’infinito le stesse idee di spazio e tempo. Non a caso è l’archivio storico bancario più importante al mondo, contenitore di un tesoro inestimabile, registrato scrupolosamente e giunto intatto fino a noi attraverso i secoli.
Cuore del museo sono il percorso multimediale permanente “Kaleidos” firmato da Stefano Gargiulo di Kaos Produzioni e le Sale della Musica (installazioni di Stress Scarl), che contribuiscono a dare vita alle storie attraverso le voci, i suoni, le immagini. Ma il Cartastorie è anche un hub culturale che propone ai visitatori diverse attività a seconda degli interessi, dell’età e dei campi di ricerca: rappresentazioni teatrali, storie digitali, serie di cortometraggi, visite guidate tradizionali o teatralizzate, concerti ed eventi a tema storico. Protagonista assoluta, la “carta”, testimone silenziosa di esistenze passate ma non del tutto dimenticate.