Storie segrete della storia di Napoli

Un viaggio tra i misteri e le vicende rimosse nei 2500 anni di storia della città partenopea. Domani, alle 18, la Feltrinelli Libri e Musica di via Santa Caterina a Chiaia 23 ospita la presentazione del libro “Storie segrete della storia di Napoli” (Newton Compton editori) del giornalista e scrittore Marco Perillo . Con l’autore interverranno il giornalista Pietro Gargano e l’antropologo Claudio Corvino. Modera Pietro Treccagnoli. Nel corso della serata interventi artistici di Bruno Leone, che si esibirà in un pezzo su Pulcinella e Santa Patrizia con opere di Oreste Zevola, e dell’attore Matteo Mauriello.

Ecco qualche anticipazione per il lettori dell’Espresso napoletano.

Cosa trova il lettore nelle pagine del tuo libro?
Trova una storia di Napoli parallela, forse mai raccontata, fatta di vicende rimosse e dimenticate di una città millenaria e stratificata, che ha accolto personaggi tra i più importanti di tutti i tempi. Una scoperta continua, un pozzo senza fondo Napoli, dai padri greci ai giorni nostri. Spero che il lettore avrà il piacere della scoperta, lo stesso che ho avuto io nel ritrovare e nello scandagliare queste storie sotterranee. 

Basta un libro per raccogliere tutte le storie segrete di Napoli?
No, infatti è già il terzo che scrivo sull’argomento per la Newton Compton, casa editrice da tempo vicina al racconto della storia partenopea. Dopo i “Misteri e segreti dei quartieri di Napoli”, un viaggio nell’anima recondita della città, ho scritto “101 perché sulla storia di Napoli che non puoi non sapere”, un altro lavoro di scavo sui motivi che hanno reso grande questa città nei secoli, obiettivo delle grandi dinastie medievali e, ricordiamolo, capitale europea come Londra o Parigi fino all’Unità d’Italia. Ma di certo ve ne saranno di ulteriori, perché quello di Napoli è un racconto infinito. 

Perché Napoli è la città di tante leggende e tanti misteri?
Io credo che lo sia perché pur essendo fortemente cristiana è rimasta sostanzialmente pagana. Pensiamo alle tante superstizioni, al culto speciale che c’è per i defunti, alla musica che sembra derivare dall’epoca grecoromana, a una filosofia di vita diversa. Se gli antichi templi qui si sono trasformati in chiese, se il culto per la sirena Partenope prima e per Virgilio poi è sfociato in quello per San Gennaro, se la città è stata la culla di tradizioni occulte derivanti dagli antichi egizi e sfociate nella Massoneria e in altre società segrete, un motivo ci dev’essere. La tolleranza di Napoli, la sua porosità, hanno dato vita a questo melting-pot speciale. 

Napoli è una città dal fascino incredibile. Cosa la rende così fascinosa?
Non dimentichiamoci che Napoli, secondo la leggenda, è sorta su una tomba di una sirena. Cosa c’è di più ammaliante e seducente? In realtà se pensiamo alla natura su cui sorge la città, al suo abbraccio spontaneo reso concreto da uno dei golfi più belli della terra, alla sua accoglienza come un grembo materno, tutto è più facile da comprendere. E poi c’è un vulcano nelle vicinanze. Anzi, i vulcani, se consideriamo i Campi Flegrei. La pericolosità mista al bello, come scriveva Goethe. Ma anche l’energia che scaturisce da questi luoghi di forze, in cui il mondo invisibile si riversa in quello visibile. Non dimentichiamo che gli antichi avevano individuato l’ingresso agli Inferi nel lago d’Averno, a due passi dalla città. E che Napoli è sempre stata il luogo in cui le forze contrapposte coincidono, coesistono, combattendosi silenziosamente. Nel mio libro ne ho trovato riscontro in un ragionamento sulla presenza di ben chiese dedicate a San Michele Arcangelo, simbolo di luce, nella stessa zona del centro antico in cui è identificato l’oscuro triangolo nero esoterico, nei luoghi che furono degli Alessandrini fedeli a Iside. 

Qual è la storia segreta di Napoli che consideri più accattivante?
Mi piace molto il significato segreto della nostra maschera per antonomasia, Pulcinella. Non è soltanto il rozzo cafone contadino, ma c’è un filo sottile che lo lega a figure ancestrali come Horus ed Hermes. Pulcinella ha la possibilità di trasmigrare tra i mondi, di accedere all’Aldilà. Le sue contraddizioni sono i contrasti stessi della città, la sua dualità è la sua universalità. Ma soprattutto Pulcinella è un simbolo alchemico, è il Rebis, ovvero l’unione degli opposti, del principio maschile e femminile. E nei suoi colori si nascondono le tre fasi del processo alchemico: il nero della “nigredo”, il bianco dell'”albedo” e il rosso della “rubedo”. Quanto è profondo e la sua lunga il nostro Pulcinella…

Napoli città esoterica. Napoli città massonica. Napoli città leggendaria.
Raccontale ai nostri lettori…

Sulla prima mi piace ricordare tutte le simbologie che ci sono sulle chiese e sui palazzi più antichi. Pensiamo alla chiesa del Gesù Nuovo che poi è il vecchio palazzo Sanseverino, con quelle bugne piene di simboli misteriosi e quel portale in cui è raffigurato l’albero dei filosofi. E’ inutile negarlo; come diceva Malaparte Napoli è la città più misteriosa dell’universo. Per quanto riguarda la Massoneria, nata a Londra nel 1717, possiamo dire che Napoli fu la città in cui attecchì di più. Anzi, il principe di Sansevero fu il primo grande maestro della Massoneria italiana, prima dell’abiura richiestagli dal papa e dal re Carlo di Borbone. Nel corso del tempo, la società segreta si fece sempre più politica, mise lo zampino nella rivoluzione del 1799 e addirittura ebbe a che fare con i sotterraneo processo unitario, salvo poi tornare alla speculazione a fine Ottocento e inizi Novecento. Basti pensare che uno dei massoni napoletani più celebri fu un certo Totò… Napoli è infine leggendaria per tanti motivi, basti pensare al suo ruolo primario che ha avuto nel corso della storia e alle sorprese che riserva ogni volta. L’ultima? Secondo alcuni studi recenti Cristoforo Colombo, il più grande navigatore di tutti i tempi potrebbe essere nato proprio qui, figlio segreto del futuro papa Alessandro IV, che per anni visse all’ombra del Vesuvio.

 

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