Nove mesi di eventi, mostre itinerari ed escursioni attendono turisti e napoletani, attraverso l’iniziativa Viaggio in Campania. Sulle orme del Grand Tour.
L’operazione di valorizzazione dei beni culturali include nove itinerari, per un totale di 200 siti tutti da gustare.
Il ricchissimo programma, voluto e finanziato dall’Assessorato ai Beni Culturali e Turismo della Regione Campania, accende i riflettori su musei, siti, chiese, parchi archeologici, parchi naturalistici e luoghi d’interesse, con altrettanti eventi, ospiti, degustazioni di prodotti, visite guidate e spettacolarizzate. Il progetto si tinge, inoltre, di una vigorosa nota d’esclusività, grazie alle aperture straordinarie di luoghi normalmente chiusi al pubblico, e alla realizzazione di spettacoli serali negli scavi archeologici: imperdibili il reading di Toni Servillo nella Reggia di Carditello il 6 giugno, le passeggiate notturne con la luna piena sul Vesuvio – che si terranno durante tutta l’estate –, i numerosi laboratori per ragazzi, le visite museali con degustazione di prodotti tipicidel luogo, e gl’inattesi incanti dei Sentieri degli Dei tra Sorrento e Positano.
Tanti sono gli accorgimenti finalizzati a rendere più agevole la partecipazione al Grand Tour 2014: ampliamento e miglioramento della segnaletica, incremento degli infopoint cittadini e nelle principali realtà turistiche culturali, integrazione del trasporto pubblico per i siti di difficile raggiungimento.
Particolare attenzione è rivolta anche al pubblico smart, attraverso l’app GRAND TOUR: progettata sia per per iOS che per Android, permette di visualizzare su smartphone ciascuno dei 9 itinarari del Viaggio in Campania sulle orme del Grand Tour, disponibili in italiano e in inglese. Molto intuitiva e gradevole è la funzione Realtà Aumentata, di cui è dotata l’applicazione, con la quale individuare luoghi storici, monumenti e tanti altri siti d’interesse vicini all’utente, semplicemente ruotando la camera dello smartphone nella direzione desiderata.
Al fine di contestualizzare e comprendere meglio questa meravigliosa iniziativa, abbiamo rivolto alcune domande a Pasquale Sommese, Assessore al Turismo e ai Beni Culturali.
Assessore, qual è il punto di forza di questa proposta?
Con questo programma s’intende mettere a sistema l’immenso patrimonio culturale campano, dai grandi attori culturali come l’area archeologica alle pendici del Vesuvio o le regge borboniche, ai piccoli gioielli incastonati nelle aree interne, tesori spesso dimenticati ma di particolare interesse storico e artistico. Ogni luogo punta sui propri elementi caratterizzanti e noi scommettiamo proprio sulle nostre bellezze e sulla nostra proverbiale cultura dell’accoglienza. Il Grand Tour non è “solo” un cartellone di eventi, ma un viaggio emozionale che punta a fra scoprire in ogni turista l’animo del viaggiatore.
L’iniziativa, ispirandosi al Grand Tour, guarda indietro; è però proiettata verso la modernità attraverso accorgimenti quali l’app e il nuovo approccio ai siti d’interesse culturale. Ciò può far ben sperare rispetto alla promozione di una nuova immagine della città, affrancata dagli stereotipi e dal passato?
L’obiettivo è proprio quello di coniugare le testimonianze del passato, risorsa unica ed inesauribile su cui costruire un futuro di sviluppo e benessere per questa regione, con una visione più moderna ed attuale del fare turismo. Lo splendore degli scenari naturali e l’unicità dei nostri beni culturali, seppur eccezionali, non bastano.I turisti si attraggono in vari modi, ma il primo è la facilità nel raggiungere un luogo. I trasporti, i collegamenti sono uno dei segmenti principali su cui puntare. C’è poi la sicurezza. Non vi è promozione se non c’è capacità di accogliere nel modo giusto. E’ il momento di mettere a sistema questa enorme ricchezza culturale che può rappresentare per la Campania una fenomenale strategia di sviluppo. Bisogna fare di più, molto di più, per creare le precondizioni in modo che quanto detto sia al centro di un’economia positiva, di lungo respiro, in grado di produrre occupazione e riqualificazione ambientale.
Appena un mese fa anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è stata attratta dalla splendore di un sito unico al mondo quale è Pompei. Le difficoltà che impediscono a siffatta realtà di spiccare il volo quali sono? Esistono progetti concreti per la bistrattata area alle pendici del Vesuvio, e che tempistica prevedono?
Nell’area di Pompei stiamo finalmente uscendo da una situazione di stallo che rischiava di pietrificarsi.
L’esperienza del nuovo supermanager mi sembra la garanzia migliore per valorizzare e rilanciare questo giacimento culturale che rappresenta una tanto immensa, quanto poco utilizzata, risorsa per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio.
Come Regione Campania, siamo disponibili ad avviare un percorso di collaborazione fattiva e concreta, certi di aver trovato gli interlocutori giusti e le professionalità adeguate per accelerare la realizzazione del grande progetto su Pompei, che rappresenta una delle intuizione strategiche della giunta Caldoro da realizzare coi fondi Poin. Sono certo che il nuovo management di Pompei lavorerà in rete con enti locali, forze sociali e imprenditoriali. La Regione Campania conferma e ribadisce la disponibilità ad un ruolo propulsivo di cerniera all’interno della filiera istituzionale, che resta l’unica condizione di partenza per un definitivo rilancio dell’area di Pompei e quindi dell’intera Campania.
Anche la nobile Villa Comunale ha visto tempi migliori: spogliata prima delle antiche e pregiate cancellate di cinzione, poi ferita nella preziosa Cassa armonica, versa oggi in uno stato d’incuria. Recenti avvenimenti hanno dimostrato quanto i cittadini siano preoccupati per le sorti di questa oasi magica, distesa lungo il mare; cosa può dirci l’Assessore rispetto a tale questione?
Credo che la Villa Comunale rappresenti attualmente una delle priorità per un progetto di recupero di vivibilità urbana. Diversamente, sarebbe davvero contraddittorio puntare sui grandi eventi per rendere fruibile turisticamente il lungomare e lasciare, a pochi metri, il degrado e l’abbandono della Villa e di tutti i suoi piccoli tesori storici ed architettonici, a cominciare dalla Casina del Boschetto.