La storia dell’arte non è una materia secondaria, quattro cose da mandare a memoria per l’interrogazione e via: ma è il vestito della storia. E se la interiorizziamo, diventa lo strumento con cui in futuro guarderemo l’arte di tutti i tipi.
Sono le parole di Ileana Manco, professoressa di Storia dell’arte e disegno in spagnolo al Liceo Mazzini di Napoli e ideatrice del progetto «Tableaux vivants». Pannelli a grandezza naturale, in cui i selfie che i suoi alunni si sono scattati durante il lockdown nell’ambito del progetto #iorestoacasaconArte diventano opere in mostra al MANN, per un grande evento che la professoressa sta organizzando per il 2021.
Trasformare gli studenti in opere d’arte
La sfida colta dalla Manco è quella che già il Getty Museum di Los Angeles aveva lanciato una decina di anni fa, e che poi il ministero dei Beni culturali aveva ripreso per una famosa campagna pubblicitaria: trasformare gli studenti in opere d’arte, invitandoli ad assumere le pose, le movenze, le caratteristiche, del quadro in cui si riconoscevano. «Le stesse opere saranno stampate sulle t-shirt che la Zuiki si è offerta di produrre, e che gli studenti protagonisti indosseranno il giorno dell’evento, mentre una decina di loro si vestiranno e truccheranno proprio come nel quadro prescelto» spiega la Manco.
Sulla nascita degli abbinamenti opera-studente, poi, chiarisce: «Su 104 alunni solo una decina hanno avuto bisogno di suggerimenti. Gli altri hanno seguito il mio spunto: aprire il libro, o Google, e cercare, sentire qual era l’opera che si connetteva con loro: la mente è collegata con il cuore e le immagini ci rimandano delle sensazioni fortissime, che i ragazzi hanno sentito e trasformato».
Non una scuola fine a sé stessa
La professoressa è riuscita a coinvolgere nel progetto il Comune di Napoli, che ne ha accettato il patrocinio, e il Ministero dei Beni Culturali e dell’Istruzione: «La scuola fine a sé stessa non mi interessa, la società e tutto quello che è intorno deve capire che già dalla scuola si creano delle prospettive che possono veicolare il prossimo futuro degli alunni. Più studi, più sarai libero di avere delle possibilità, più talento e creatività avrai più potrai svilupparli come meglio credi».
Il museo virtuale
E nel 2021 l’intero progetto, oltre a trasferirsi per l’evento al Museo archeologico, diventerà anche un museo virtuale, progettato proprio da uno degli studenti. Perché «l’emergenza Coronavirus – conclude Manco – ha ridimensionato solo in parte questa fame di volti del mondo. Anche negli spazi più angusti, la nostra mente ci permette di viaggiare per distanze equatoriali, di fermarci e riempirci i polmoni di verità, di domande, di bellezza».