Quante volte abbiamo stappato una birra, una coca cola, un’acqua minerale e serenamente abbiamo cestinato il tappo della bottiglia? Innumerevoli volte. Ma c’è chi ha pensato a raccogliere quei tappi piuttosto che gettarli via, e a creare delle vere e proprie opere d’arte partendo da quegli apparentemente inutili oggetti. L’artista si chiama Luigi Masecchia e il suo progetto ha l’evocativo nome di “Tappo’st”, in mostra al Castel dell’Ovo dal 20 al 29 settembre.
Napoletano, classe 1975, Masecchia è un’artista creativo, sempre alla ricerca dell’innovazione e mai scontato.
Nel luglio del 2013 inaugura il progetto Tappo’st, basato sul riutilizzo dei classici tappi d’acciaio a corona delle normali bibite in bottiglia per la creazione di vere e proprie opere d’arte, quadri o sculture e oggetti di design, dal forte impatto visivo.
La materia prima delle opere, i tappi appunto, sono stati raccolti in vari locali della movida napoletana e non solo: anche arrivati da Londra, Berlino e Parigi a mo’ di souvenir, portati da amici di ritorno dai loro viaggi.
Sono così stati raccolti, in poco più di un anno, circa 1.340.000 tappi che, grazie alla creatività e alla maestria di Masecchia, sono stati lavorati, deformati, saldati tra loro a creare opere di chiara ispirazione pop-art (esempi lampanti le 144 Marilyn dipinte a mano su altrettanti tappi o il celebre Campbell’s Tomato Soup di Andy Warhol).
I tappi dunque, oggetti insignificanti agli occhi dei più, destinati per loro natura alla spazzatura, perdono la loro identità grazie all’estro dell’artista, che dà loro nuova vita facendoli divenire elemento primo di manufatti unici ed irripetibili, quasi delle tessere di un mosaico infinito, che offre tante opportunità artistiche quali quelle offerte da tele, pennelli e tempere.
Ma il progetto Tappo’st non è solo rappresentazione artistica: si tratta di un innovativo modo di intendere l’arte non più come mero elemento decorativo, bensì come strumento attraverso cui sensibilizzare i cittadini su tematiche importanti quali il riciclo, il rispetto dell’ambiente e la green economy. È l’arte che si mette al servizio del comune sentire. Ed è significativo che un progetto con tali basi parta proprio da Napoli, da anni nell’occhio del ciclone per le continue emergenze rifiuti che più volte l’hanno messa in ginocchio.
Tappo’st è anche un progetto educativo-sociale: per la realizzazione delle opere, infatti, Luigi Masecchia si avvale della collaborazione di ragazzi provenienti dalle zone più disagiate della città a cui riconosce un corrispettivo economico che avvalori la dignità del lavoro svolto.
Creatività, arte, impegno sociale, educazione. Tutto questo è il progetto Tappo’st. Per dimostrare ancora il volto di una Napoli fucina di talenti pervasi da estro e genialità.