Temp(i)o del Rosario: Il mese di maggio celebrato al santuario di Pompei

Pompei-Santuario-della-Vergine-del-Rosario
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Riti, forme e gesti, che si tramandano e che diventano, così, il linguaggio comune e condiviso di una fede religiosa: è attraverso il loro ripetersi che la devozione prende forma e si sostanzia.

Si prega con le parole, con le mani e con gesti rituali divenuti a noi, familiari, come quello di recitare il Rosario, stringendo la corona tra le mani giunte.

Il suono delle campane di mezzogiorno si propaga nell’aria, siamo nel 1872 e Bartolo Longo, oggi Beato, avvocato che si trovava a Pompei per curare alcune sue proprietà, avverte, quale risposta ai suoi numerosi interrogativi morali, dentro di sé una voce: “Se propaghi il Rosario sarai salvo!”

A questa missione, alla diffusione del culto della Vergine del Rosario, Bartolo Longo decide di dedicare l’intera sua vita. La catechizzazione dei contadini, le numerose opere sociali, il restauro di una piccola chiesa già esistente e la decisione di erigere una nuova chiesa, l’attuale Santuario di Pompei, grazie anche all’aiuto della Contessa Marianna Farnararo, rappresentano le tangibili testimonianze di questa grande devozione.

Madonna di Pompei

Per volere dello stesso Bartolo Longo che, da Napoli, viene portata a Pompei l’icona della Beata Vergine del Santo Rosario, un’icona dalle lunghe, travagliate quanto simboliche vicende: Bartolo voleva acquistare un dipinto ma, il caso volle, che gli viene regalata una tela da Suor Maria Concetta De Litala; una tela talmente corrosa dalle tarme e dal tempo che, le sue condizioni, lasciano interdetto lo stesso avvocato che decide di accettare comunque, il dono. Il trasporto da Napoli a Pompei avviene su un carro adibito al trasporto del letame e, al suo arrivo, anche gli altri fedeli rimangono perplessi a causa delle pessime condizioni della tela, tanto da disporre un suo immediato restauro al fine di poterla esporre.

A questo primo intervento ne seguirono numerosi con il trascorrere del tempo, restauri che condurranno anche a scoprire il pregio artistico e storico della tela; quella stessa opera che divenne, ed è ancora, il cuore del Santuario, raffigurante la Beata Vergine che porge a San Caterina un Rosario, mentre il piccolo figlio Gesù, posto sulle sue gambe, ne fa dono a San Domenico. Quella malandata tela si è trasformata in icona tempestata di gemme preziose, offerte per le grazie ricevute; è stata esposta più volte nella Basilica di San Pietro, l’ultima  per esplicita richiesta di Papa Giovanni Paolo II,  e nel Duomo di Napoli, tornando sempre nella sua Pompei, non più come nel suo primo viaggio su un semplice carro, ma accolta da una città in festa.

Papa Giovanni Paolo II

Così come il suono di quelle campane si propagò nell’aria, portando la vocazione nella vita di Bartolo Longo, così la fede e la devozione del popolo tutto verso la Beata Vergine è andato crescendo e ciò si riflette, anche, sulle dimensioni del Santuario, costruito grazie alle offerte dei credenti, che è andato, con il trascorrere del tempo, ad ampliarsi rispetto agli originari progetti, per poter accogliere un numero di fedeli e pellegrini sempre maggiore, fino ad assumere le attuali dimensioni. Oggi il Santuario è “un’oasi di fede”, che accoglie, con materno affetto, coloro che vi si recano, per pregare, per rinnovare il loro credo, per trovare sollievo dai propri affanni e umane sofferenze, in ogni momento dell’anno ma, soprattutto, nel mese di Maggio, il mese mariano.

Visitare il Santuario, l’adiacente cripta nella quale, per suo desiderio, è conservato il corpo di Bartolo Longo, percorrere i corridoi che collegano i diversi ambienti le cui pareti sono ricoperte da ex voto, significa avvertire la forza di una grande fede, ci si sente in un luogo depositario di tante speranze, di tante preghiere, frutto di un lavoro iniziato in tempi lontani ma che ancora continua, cresce; un lavoro cha alimenta ed è contemporaneamente nutrito da una devozione grandissima.

Ed è così che, ancora oggi, il Rosario, o anche “salterio”, nato per consentire anche agli analfabeti l’accesso alla preghiera e la contemplazione dei cristiani misteri, continua ad essere simbolo di un legame spirituale tra l’uomo e la divinità; legame indissolubile tra coloro che credono e la Madre Celeste che tutti accoglie.

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