Ideato e prodotto dall’associazione Giano Bifronte, il docufilm si intitolerà “Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia” e permetterà di conoscere da vicino l’autore di uno dei brani più celebri della canzone napoletana.
Una storia che parte da lontano
Scritto nel 1898, il brano ‘O sole mio nacque dalla mente del giornalista e redattore Giovanni Capurro. L’autore, firma del quotidiano Roma, ne scrisse i testi affidandone però la composizione musicale al celebre compositore Eduardo Di Capua. La melodia fu ispirata al compositore da un viaggio a Odessa (città dell’Ucraina meridionale) e in particolare da un’alba sul Mar Nero e dalla sposa del Senatore Giorgio Arcoleo, la nobil donna Anna Maria Vignati-Mazza, descritta come una rara bellezza. Il brano, che ai tempi non fruttò molto ai suoi autori, divenne ben presto uno dei brani in dialetto napoletano più noti, nonché una delle canzoni più famose di tutti i tempi, tanto da contare innumerevoli interpretazioni nel corso del tempo. Tra i suoi esecutori si ricordano, ad esempio, Luciano pavarotti, Elvis Presley, Pino Daniele e la sua versione più celebre, eseguita da Enrico Caruso.
Il docufilm
Capurro, insieme al suo brano, può essere definito come una pietra miliare della cultura partenopea. Il docufilm a lui dedicato vuole essere testimone, per le nuove generazioni, di un autore in cui affondano le radici creative di molte delle nostre produzioni. Basti pensare ad altri brani celebri come Lilì Kangry e Totonno ‘e Quagliarella. Capaci di catturare e raccontare una Napoli ormai distante nel tempo, quella di fine Ottocento e di inizio Novecento.
“Aver realizzato questo progetto ci inorgoglisce – dichiara Paolo Nappi dell’associazione Giano Bifronte, come riportato dalla fonte della notizia Agenzia DiRE -, perché vogliamo regalare alle nuove generazioni un tesoro prezioso e raro quale è quello di Capurro. Un cristallino autore e poeta. Credo sia imprescindibile che i più giovani abbiano coscienza delle radici creative che diventano la nostra cultura contemporanea”.
L’idea del docufilm arriva nel 2020, anno in cui ricorre il centenario dalla sua morte. Curato nella regia da Fabiana Fazio e con gli approfondimenti storici ad opera di Ciro Daniele e Antonio Raspaolo, è stato realizzato con il contributo della Regione Campania e consta di collaborazioni artistiche di tutto rispetto. Vi troveremo le interpretazioni di Ammore che gira e ‘A vongola ad opera del trio Suonno d’Ajere. La recitazione delle poesie Sfratto ‘e Casa e Scunferenza dello scrittore e performer Gianni Valentino. L’esecuzione della stessa ‘O sole mio di Luigi Scialdone col suo mandolino. Non mancano contaminazioni provenienti dai giorni nostri, come il mashup creato dal dj-producer Uncino direttamente dal progetto Neapolitan Classic Beat Making.
Potrete visionare il docufilm in anteprima sul sui canali social dell’associazione venerdì 23 aprile alle 20:30, prima che intraprenda il suo viaggio tra i vari festival tematici italiani ed europei.