Un nuovo ‘Inferno’

Dante
Dante

Questa mattina alle ore 9.00 presso la facoltà di Lettere e Filosofia – ormai Dipartimento di Studi Umanistici – dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ si è svolta la presentazione del nuovo commento alla prima cantica del poema dantesco, a cura di Saverio Bellomo ed edito da Einaudi. Il libro entra a far parte della ‘Nuova raccolta di classici italiani annotati’, una prestigiosa e fortunata collana dell’editore torinese. All’incontro erano presenti molti studenti, tanto delle lauree triennali quanto delle magistrali, e soprattutto illustri esponenti della recente critica dantesca, come Andrea Mazzucchi e Massimiliano Corrado in veste di “spettatori”, mentre hanno moderato la conversazione coi loro interventi Antonio Del Castello, Ciro Perna e Gennaro Ferrante, i quali hanno posto anche numerose domande all’autore del commento. Che è stato apprezzato soprattutto per la sua brevità, concisione e chiarezza, attributi di solito non riscontrabili in altre, pur sempre soddisfacenti, opere dello stesso genere (basti pensare al commento della Chiavacci Leonardi per Mondadori).

Inferno Einaudi

La peculiarità del commento del professore veneto sta nel triplice livello in cui si esplica: una introduzione prima di ogni Canto infernale che contiene indicazioni utili e sufficienti sulla struttura del Canto stesso e sulle vicende storiche dei personaggi che lo animano; le esigue – ed è un bene – note a piè pagina che spiegano i cosiddetti loci critici del testo; alcune osservazioni finali che seguono il Canto e che indagano lo stile e aspetti più tecnici e particolari.

Inferno di Dante

Insomma, come osservato anche da Antonio Del Castello, il nuovo ‘Inferno’ di Bellomo è lo strumento ideale per chi ha già conosciuto la poesia di Dante una prima volta e vuole, quindi, godersene la lettura integrale e sistematica senza andare con lo sguardo continuamente su e giù, in cerca dei chiarimenti contenuti altrove nelle note, qui nelle preziose introduzioni ai Canti.

Nel corso del dibattito, gli studiosi hanno inoltre dato vita a interessanti discussioni, riguardanti gli aspetti più famosi e controversi sui quali ancora si interroga e indaga la critica dantesca, dalla funzione di Virgilio e Beatrice, secondo Bellomo non allegorie, rispettivamente, di Ragione e Fede, ma metonimie, quasi metafore, della poesia classica e di quella nuova di Dante stesso, alla interpretazione continiana di Dante come personaggio-poeta della Commedia, passando per questioni più specificamente filologiche, attinenti al testo dell’edizione critica Petrocchi del ’66, lasciato invariato da Bellomo per non minarne il senso complessivo, ma opportunamente integrato nelle note con varianti e lezioni diverse, frutto di studi più recenti e illuminanti.

Peccato solo che il commento di Bellomo sia poco accessibile al grande pubblico per motivi economici, che lo rendono purtroppo inadeguato anche per un utilizzo come manuale universitario. Fortuna che Dante è (quasi) sempre lo stesso!

ritratto di Dante

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