Perché a Pasqua mangiamo le uova di cioccolato? Al latte, fondente, nocciolato, bianco, e chi più ne ha, più ne metta: le possibilità sono tantissime, basta scegliere la preferita e lasciarsi andare al piacere di un gusto inconfondibile, senza il quale la festa non è davvero tale. Ma da dove nasce questa tradizione ormai radicatissima?
Innanzitutto dobbiamo capire perché proprio le uova sono diventate simbolo pasquale. Dall’uovo nasce la vita, e quindi da sempre ad esso è stata associata una simbologia particolare, che lo vedeva segno di fertilità, di rinnovamento, di rinascita. Nell’antichità Greci, Cinesi e Persiani si scambiavano uova come dono di Primavera: la natura che si rinnova dopo il gelo dell’inverno, un momento di festa, e un simbolo di vita nascente come regalo.
In alcune tombe degli antichi Egizi o dei Sumeri gli archeologi hanno rinvenuto frammenti decorati di uova di struzzo e riproduzioni di uova in oro e argento, evidenti richiami alla vita che dovevano accompagnare i defunti nel loro viaggio nell’aldilà. Per i primi cristiani, che nella Pasqua festeggiavano la Risurrezione di Cristo, e quindi il suo ritorno alla vita, fu facile pensare alla uova come simbolo di rinascita; inoltre in Quaresima un tempo non solo non si mangiava carne, ma era vietato anche consumare uova, comunque alimenti di origine animale.
Nel giorno della festa pasquale dunque i fedeli celebravano la possibilità di nascere a nuova vita e lo facevano anche mangiando uova dopo lunga privazione. Sembra che la tradizione di colorare e decorare le uova sia nata proprio in questo contesto: le uova nei quaranta giorni che precedono la Pasqua non si potevano mangiare, ma le galline le depositavano ugualmente, e allora i contadini se ne trovavano in grandi quantità inutilizzate.
Fu probabilmente allora che a qualcuno venne l’idea di bollirle fino a farle diventare dure, per poi dipingerle con immagini simboliche, come la croce; in alcuni casi venivano semplicemente colorate di rosso, colore che richiamava il sangue di Cristo versato per la salvezza dell’umanità. Pian piano la tradizione prese piede, discostandosi sempre di più dall’originario significato religioso, e tra XVIII e XIX secolo erano ormai in tanti a regalarsi per Pasqua uova decorate ( si pensi ad esempio alle famosissime uova di Fabergé, la famiglia di gioiellieri che costruiva uova in oro o altri metalli preziosi, finemente decorate, per gli zar di Russia).
E il cioccolato? La grande invenzione delle uova di cioccolato avvenne probabilmente nella prima metà dell’Ottocento, quando van Houten, chimico e cioccolataio olandese, scoprì come ottenere il burro di cacao schiacciando i semi della pianta per farne uscire il grasso; con la polvere di cacao così ottenuta divenne possibile creare una serie di prodotti di cioccolata.
Le prime uova di cioccolato associate alla Pasqua, ma piene, furono prodotte in Germania e soprattutto in Francia, ma si trattava di creazioni ancora molto fragili. I progressi nella tecnologia della lavorazione del cioccolato furono però rapidi, e nel 1875 la Cadbury, azienda dolciaria inglese tuttora esistente, creò il primo uovo pasquale di cioccolata vuoto, che conteneva una sorpresa.
In Italia le prima uova di cioccolata con sorpresa furono prodotte dalla Perugina, e l’idea fu di Luisa Spagnoli, che prima di dare vita al celebre marchio di moda fu un’imprenditrice di grande modernità nel settore dolciario, della produzione di confetti e nella cioccolateria in particolare, dando vita con il marito Annibale, nel centro storico di Perugia, alla prima fabbrica Perugina.