Cucina è arte, cucina e arte. Cibo nutrimento del corpo, arte espressione dell’anima. Cibo come ricerca, dunque preparazione del cibo quale forma di ricerca artistica che nutra anima e corpo. È sulla base del convincimento della importanza di questo connubio che Stefano Civita, patron del ristorante Mangiafoglia, apre le porte del suo locale ad eventi quali mostre di quadri, presentazioni di libri, serate a tema, occasioni di scambio e convivialità che possano costituire valido motivo di confronto tra diverse competenze.
In questi giorni e fino al 24 marzo si potranno ammirare esposti al Mangiafoglia i quadri di Francesco Manes raffiguranti i vulcani. Perché proprio i vulcani? Manes, classe 1968, mi risponde così: “Sono nato a Portici ed il mio legame con il Vesuvio rappresenta un qualcosa di viscerale. Il Vesuvio è per me sempre stato un punto di riferimento; quando sono fuori, al rientro la sua visione mi tranquillizza. Negli ultimi anni poi il cono sta diventando più verde come al tempo dei Romani che lo descrivono come una montagna verde ricoperta di ginestre”.
Manes mi racconta che quando nel 2006 ha cominciato a dipingere vulcani, l’idea nacque dalla necessità di rappresentare il pensiero filosofico di Eraclito. E da qui la scelta del magma quale elemento della natura dal quale, in fin dei conti, proveniamo. Fondo nero e magma rosso quale succedersi dei cicli di vita e di morte. La mostra “Cromie vulcaniche”, che raccoglie in tele mozzafiato il fascino dell’energico e prepotente paesaggio vulcanico tipico del nostro Vesuvio, ha ispirato la scelta di brani d’autore che sono stati letti durante la serata del 3 marzo.
Ci hanno accompagnato le parole vulcaniche di Yves Bergeret : “Il vulcano è la violenza dell’origine, come se il dito di Dio si fosse impresso nella terra”, e quelle di Erri De Luca: “Il vulcano è il nostro popolo più certo della stella polare”. Il rosso cardinalizio della rapa, del ravanello o della barbabietola sfavillano dai piatti semplici, tipici della tradizione partenopea in questo locale dai sapori vegetali così come nelle diverse sfumature della lava raffigurata sulle tele.